Caso Siena Jazz, il musicista e docente Ettore Fioravanti invia una lettera al sindaco

"Trattando SJ come una qualunque altra istituzione scolastica si corre l’enorme rischio di inquinare la trasmissione di passioni che è la sua vera forza e la distingue da qualunque altra scuola"

Di Redazione | 29 Luglio 2021 alle 16:06

Caso Siena Jazz, il musicista e docente Ettore Fioravanti invia una lettera al sindaco

“Da molti anni Franco Caroni ha curato la gestione e l’organizzazione di tutte le attività legate al marchio Siena Jazz. Lo ha fatto dimostrando sempre lungimiranza, equilibrio e decisione, unendoci un granello di accentramento e una goccia di visionarietà”. Si apre così la lettera inviata al sindaco di Siena Luigi De Mossi dal musicista e docente del Siena Jazz Ettore Fioravanti in merito proprio alla questione che riguarda l’istituto musicale senese.

“Chi è (come me) o chi è stato docente nelle svariate forme in cui si è materializzata la didattica di SJ, sa bene che la sua supervisione è stata costantemente attenta, così come costante è stata la sua capacità di ascoltare e valutare pensieri, critiche e proposte provenienti dal corpo insegnante, per poi rielaborarli ed adattarli alle prospettive futuriste del suo piano di crescita. Ed infatti ogni anno SJ si è presentata con migliorie ed ammodernamenti (strutturali, gestionali, logistici, amministrativi), garantendo così in campo jazzistico una qualità che in Italia nessun Conservatorio di musica può ancora dare e all’estero poche istituzioni – peraltro da lui continuamente monitorate e gemellate – possono vantare”.

“I docenti di SJ rappresentano il giusto bilanciamento tra creatività artistica e affidabilità didattica, sanno essere bravi musicisti che insegnano bene e bravi insegnanti che suonano bene. Non è certo la possibile (per quanto non augurabile) sostituzione dello storico Direttore Artistico a far dimenticare a noi docenti l’importanza del nostro compito e l’energia necessaria a metterlo in pratica: piuttosto ci è chiaro che con le dimissioni di Caroni sono messe in discussione le stesse fondamenta che hanno creato quel delicato equilibrio di cui si scriveva sopra, mettendo a repentaglio l’ingrediente nucleico indispensabile a far bene il nostro lavoro: la passione”.

“Chi suona lo fa prima di tutto perché è mortalmente innamorato della musica, e Franco Caroni lo è altrettanto al punto da dedicare buona parte della sua vita a veicolare questo amore tra generazioni diverse per età, esperienza, curriculum e storia personale. Trattando SJ come una qualunque altra istituzione scolastica si corre l’enorme rischio di inquinare la trasmissione di passioni che è la sua vera forza e la distingue da qualunque altra scuola.
Mi rivolgo agli organi direttivi della Fondazione e agli Enti che ne fanno parte, chiedendo a voce alta di non disperdere queste energie con la scusa di tutelare diritti societari, di non mimetizzare un atto politico per farlo apparire una cauzione a tutela di questi sentimenti, di non affidare compiti così delicati e complessi come gestire questo mix di regole e pulsioni a chi non lo fa con la stessa passione che abbiamo noi. Ed è la stessa che ha sempre mostrato a tutto il mondo del jazz Franco Caroni”.



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