Catastrofe meteorologica del Pakistan, previsti altri arrivi. Lojudice: "Non chiamiamola emergenza se a Siena dieci persone dormono per strada"

L’intesa per il montaggio di una tensostruttura nell’area verde della Caritas in via Mascagni che possa ospitarli durante la notte non è ancora, però, scattata. "Il dialogo è aperto ma ancora è difficile chiudere il cerchio - afferma il cardinale Augusto Paolo Lojudice -, sono convinto che questa intesa avverrà a breve"

Di Simona Sassetti | 2 Settembre 2022 alle 20:55

Metà del Pakistan è sott’acqua, sale il bilancio dei morti e per questo si presume che arriveranno anche altri cittadini pakistani a Siena, che già da mesi è meta di molti giovani che si rivolgono alla Questura per il riconoscimento del loro status di rifugiati.  Nel loro paese villaggi, scuole e campagne sono irriconoscibili, sommersi quasi completamente dalle piogge monsoniche che da settimane continuano a scaricare al suolo enormi quantità d’acqua.  A questo si aggiunge l’incubo della mancanza di cibo che renderà ancora più tragici gli effetti della stagione monsonica. La Caritas senese ha posto come priorità il problema della loro salute e il loro collocamento notturno. L’intesa per il montaggio di una tensostruttura nell’area verde della Caritas in via Mascagni che possa ospitarli durante la notte non è ancora, però, scattata. “Il dialogo è aperto ma ancora è difficile chiudere il cerchio – afferma il cardinale Augusto Paolo Lojudice -, sono convinto che questa intesa avverrà a breve. Questi ragazzi pakistani cercano asilo politico presso la nostra Questura che non riesce però ad accogliere tutte le loro richieste, quindi c’è una sorta di circolarità, ovvero quelli che non vengono accolti restano in giro nel tentativo di riprovarci”.

Lei è stato sempre molto attento verso il tema “migranti” che risposte si aspetta adesso dalla città?

“E’ evidente che questa non è una cittadina che può risolvere il problema di una realtà enorme come il Pakistan, il tema va affrontato a livello nazionale perché è molto complesso. La rotta balcanica è una rotta anch’essa molto complessa. Quelli che arrivano sono ragazzi tranquilli, tutti molto giovani che anche a Siena non stanno recando problemi di ordine pubblico. Capisco che il fermarsi a dormire in una panchina può essere un problema che bisogna cercare di affrontare, ma non chiamiamola emergenza anche se dieci- quindici persone possono dormire per strada, e ci augureremmo che così non fosse”.

Non solo Pakistan, ci sono i rifugiati dall’Ucraina e tutti gli aiuti per le famiglie le famiglie più bisognose contro il caro bollette..

“Dietro ai 3600 pasti e i 200 pacchi viveri erogati in questi ultimi due mesi c’è la lettura di una realtà. Una realtà che è fatta anche di situazioni locali consolidate e solide che però hanno visto emergere ancora più criticità nel periodo della pandemia, ma chiunque arriva da noi è il benvenuto e gli offriamo il servizio mensa. Durante l’estate ci trovate in via Mascagni e devo dire che ci sono tantissimi giovani volontari che ci stanno dando una mano. Ragazzi anche adolescenti, con molti dei quali abbiamo fatto due settimane di campo a Roma, in cui abbiamo fatto volontariato nella mensa della Caritas di Colle Oppio, una mensa molto più grande, che offre 600 pasti al giorno. In quelle settimane abbiamo insegnato loro il valore di quello che è giusto. Spero che questi ragazzi continuino a seguire questa strada. Ho trovato dei 14enni molto pronti a mettersi in gioco”

Come stanno Mustafa e Munzir, e quando partiranno per l’intervento propedeutico alle protesi al centro di Budrio?

“Mustafa è una forza della natura. Quando la sera passo a salutarli sono sempre salti di gioia, ci mancheranno. Ma Mustafà non è venuto qui per stare a Siena, abbiamo dovuto rimandare la partenza per le condizioni di salute del papà e il parto della mamma, ma ci auguriamo che la partenza avvenga prima dell’inizio dell’asilo. Entro l’inizio della scuola il trasferimento a Budrio deve avvenir. E’ stata una bellissima esperienza. Non sappiamo cosa accadrà dopo, sarebbe cinico dire che i problemi si risolveranno subito, per Mustafa sarà un percorso anche mentale, lui ha trovato uno status in cui fa tutto così com’è, quindi servirà un’attenzione psicologica particolare. Me lo immagino a 12 anni, è un bambino con un’intelligenza superiore, fa qualsiasi cosa con quel poco che ha per essere un bambino come gli altri”.

Simona Sassetti

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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