Centro Antiviolenza: intervengono Comune e Provincia

Di Redazione | 7 Ottobre 2017 alle 18:47

Centro Antiviolenza: intervengono Comune e Provincia

In una nota congiunta si torna a parlare del caso sollevato da RadioSienaTv

Proprio ieri il nostro sito aveva pubblicato una lettera-denuncia dell’avvocato di “Donna Chiama Donna”, Claudia Bini, che spiegava quanto avvenuto nei confronti del centro Antiviolenza di Siena (https://www.radiosienatv.it/centro-antiviolenza-siena-costretto-rinunciare-finanziamento-colpa-delle-istituzioni/) E’ arrivata poco fa in redazione un comunicato congiunto da parte di Comune e Provincia di Siena proprio sulla questione sollevata dalla nostra redazione.

Il Comune di Siena e la Provincia di Siena si sentono obbligati a fare chiarezza su una vicenda nella quale ci sentiamo la coscienza a posto – si legge nella nota – Per quanto concerne il Bando del DPO dell’anno scorso, il Comune, così come la Provincia, aveva dato la piena disponibilità all’Associazione Donna Chiama Donna a far parte di una Associazione temporanea di scopo.

Gli enti pubblici, com’è noto, non possono essere capofila, poiché né il Comune né la Provincia gestivano né direttamente né tramite affidamento a terzi una Casa Rifugio, requisito richiesto espressamente dal bando del Governo. Il Comune è comunque il proprietario dell’immobile messo a disposizione della Casa Rifugio. E’ stata pertanto l’Associazione Aurore a presentare il progetto.

Una volta appresa la positiva notizia che Aurore aveva vinto il finanziamento, il Comune ha fatto tutto quello che poteva per aiutare a realizzarlo, compresa la disponibilità a fornire le risorse necessarie al pagamento della fideiussione e a creare un fondo cassa di 20mila euro da assegnare all’associazione per anticipare le spese di gestione del progetto. Le Compagnie di Assicurazioni hanno chiesto garanzie per rilasciare la fideiussione prevista dal Bando per anticipare il denaro e poi per erogare i fondi pubblici, nell’interesse dell’associazione aggiudicataria. Il Sindaco si è speso personalmente per agevolare il rilascio della fideiussione, vista la rilevanza sociale dell’attività, in modo che Donna Chiama Donna potesse concludere il contratto.

Nonostante tutto questo impegno, l’Associazione Donna Chiama Donna ha autonomamente scelto di non impegnarsi, rinunciando al finanziamento ministeriale. Tale rinuncia non è stata isolata in Italia, perché la complessità del Bando e l’onerosità degli impegni conseguenti hanno provocato il ritiro di molti altri CAV a livello nazionale. A quel punto, il Ministero ha estratto a sorte altri centri inizialmente esclusi dai finanziamenti e la sorte ha premiato il CAV della Valdelsa.

Quest’anno il Comune di Siena ha fatto direttamente domanda relativamente al bando nella linea riguardante la prevenzione e la sensibilizzazione, continuando a dare fiducia all’associazione Donna Chiama Donna. Associazione verso la quale abbiamo finora avuto la massima fiducia, visto che abbiamo loro affidato la gestione della prima “Casa rifugio” dell’area senese. Anche la Provincia di Siena, insieme alle Province di Arezzo e Grosseto, ha partecipato al bando 2017 nella linea riguardante la prevenzione e la sensibilizzazione, al fine di di sostenere il territorio negli interventi di contrasto alla violenza contro le donne.

A noi – chiude il comunicato –  non interessa la polemica, ma il lavoro concreto a favore delle donne che sono esposte o che hanno subito i danni della violenza di genere. Siamo disponibili anche a qualsiasi confronto si ritenesse opportuno, dove potremmo esibire la documentazione che dimostra in modo inoppugnabile la verità dei fatti che abbiamo riportato.



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