Claudio Marignani scrive al prefetto per maggiori chiarimenti sulla fase 2 Coronavirus

La lettera aperta che Claudio Marignani ha scritto al prefetto e al sindaco

Di Redazione | 27 Aprile 2020 alle 15:23

Claudio Marignani scrive al prefetto per maggiori chiarimenti sulla fase 2 Coronavirus

Claudio Marignani, ex consigliere regionale di Forza Italia, scrive al prefetto di Siena e per conoscenza al sindaco di Siena in merito ai chiarimenti sulla Fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

“Illustrissimo signor Prefetto, con il massimo rispetto dovuto a Lei e all’Istituzione che rappresenta, pur consapevole che la legittimazione del Presidente Mattarella certifica il rispetto delle norme e dei dettati costituzionali, mi permetto di chiedere, come cittadino e come ex Consigliere Regionale, un suo intervento affinchè vengano chiarite nel dettaglio quelle che, a mio parere, risultano essere palesi anomalie contenute nell’ultimo Decreto  illustrato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

La politica, come ben sa, deve tenere conto del parere degli esperti (in questo caso ben 450 indicati senza criteri oggettivi), ma è alla politica che poi spetta prendere decisioni e assumere responsabilità.  Appiattirsi sul parere degli esperti attenua i rischi personali , ma non sempre fa coincidere le scelte con gli interessi collettivi e modalità operative razionali.

“Io penso che la democrazia sia un sistema che parte dal presupposto che nessuno ha la verità. La vita democratica invece vive nel confronto, affermando con ciò , al contempo, il limite della politica e la politica del limite.”

Signor Prefetto, ciò che è sottostante al Decreto non mi sembra possa riconoscersi in questi principi e molti comportamenti e atteggiamenti richiamano più brutte storie passate che momenti di orgoglio.

Orgoglio che ritrovo invece nei comportamenti dei cittadini, nella pazienza di imprenditori, professionisti, famiglie, di sottostare a regole “forse dettate dalla fretta”.

Sono  60 giorni che vediamo cambiare stampati e procrastinare assurdità.

Faccio esempi concreti:

  • pur rispettando distanziamento e limiti territoriali, non è possibile recarsi “solo guidando un’auto” , in altra abitazione o proprietà ubicata in comune diverso, dovendo però pagare IMU, tributi locali e costi base delle utenze, con beneficio economico per  Società e Istituzioni;
  • lo Stato non copre l’affitto di ambienti tenuti in locazione ma a cui è impedito l’accesso;
  • nei luoghi di culto, a prescindere dalle dimensioni e dal possibile rispetto delle norme, non si possono fare celebrazioni e anche per i funerali (a prescindere dal numero di parenti di primo e secondo grado – come se si dovesse procedere ad un sorteggio) , vengono posti limiti a 15;
  • in varie attività con licenza di vendite multiple, si vedono limitate da nastri , tipologie di merce “utile ma non acquistabile”, già  in magazzino o  in vendita prima delle misure iniziali;
  • figli e genitori, magari residenti in comuni limitrofi ma posti in regioni diverse, non possono da mesi avere contatti diretti se non per “gravi motivi”;
  • non è definito se a chi ha dato anticipi per viaggi, affitti turistici, ecc. , il blocco imposto consente una automatica restituzione. Potrei continuare. Mi appello alla sua autorevolezza perché molte evidenti approssimazioni, trovino risposte che, in alcuni casi, se non presenti, potrebbero forse aprire contenziosi.
  • Concludo ricordando che in altre nazioni, parimenti colpite dalla pandemia, considerando primari anche i risvolti economici drammatici, presenti e futuri,  per gran parte della popolazione, stanno conciliando le varie esigenze/necessità con grande senso di responsabilità e forse minor numero di consiglieri”.


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