Un Capodanno diverso, capace di mettere insieme cultura, solidarietà e comunità. Il 31 dicembre, alle ore 22, il Teatro del Popolo di Colle di Val d’Elsa ospiterà Giobbe Covatta con lo spettacolo “70. Riassunto delle puntate precedenti”, ma la serata sarà anche il palcoscenico di una significativa novità: il Biglietto Sospeso.
Ispirata alla tradizione napoletana del “caffè sospeso”, l’iniziativa consente a chi acquista un biglietto per lo spettacolo di comprarne un secondo da donare a persone che, per difficoltà economiche o condizioni di solitudine, non avrebbero la possibilità di partecipare. I biglietti donati saranno messi a disposizione dei servizi sociali del Comune, trasformando una notte spesso complessa per molti in un’occasione di incontro e condivisione.
Un’idea semplice ma dal forte valore simbolico e sociale, che rappresenta il primo esperimento concreto di welfare culturale promosso dall’Amministrazione comunale di Colle di Val d’Elsa, all’interno della nuova delega affidata all’assessore Daniele Tozzi, tra le prime in Italia dedicate specificamente a questo ambito.
“L’idea – spiega l’assessore al Welfare culturale Daniele Tozzi – nasce dal percorso partecipativo per la candidatura di Colle a Capitale Italiana della Cultura 2028. Da quel confronto è emersa con forza l’esigenza che la cultura smetta di essere solo intrattenimento e diventi uno strumento di benessere per la comunità”.
Da qui la proposta del biglietto sospeso: “Chi va a teatro può acquistare un biglietto aggiuntivo e lasciarlo per persone segnalate dai servizi sociali, che vivono difficoltà economiche o isolamento sociale. Pensiamo a chi non ha famiglia o nessuno con cui trascorrere l’ultimo dell’anno: il teatro diventa una grande famiglia in cui festeggiare insieme”.
Un segnale importante per una visione che riconosce la cultura come leva di inclusione, cura e coesione sociale.
“Il titolo del nostro dossier di candidatura è “Per tutti, dappertutto” – sottolinea Tozzi – perché la cultura deve essere un diritto fondamentale, accessibile anche a chi vive condizioni di svantaggio economico o sociale. Con questa nuova delega vogliamo connettere in modo strutturale politiche culturali e politiche sociali: è una scelta trasversale che guiderà tutte le azioni dell’ente”.
Una visione che guarda anche alla sicurezza e alla qualità della vita urbana. “Investire in cultura – conclude l’assessore – significa investire anche in sicurezza. Tenere vivo il teatro, animare le piazze e gli spazi del centro storico crea presidio, comunità e prevenzione. La cultura non è una spesa, ma una risorsa che genera valore nel tempo per l’intera città“.
Perché partecipare alla vita culturale non è un privilegio, ma un diritto. Anche, e soprattutto, nella notte di Capodanno.
