Coronavirus: L'università di Siena a supporto delle cooperative sociali

I vissuti fragili dei lavoratori delle cooperative sociali ai tempi del COVID-19: parte un progetto di ricerca-azione del Laboratorio sulle disuguaglianze dell’Università di Siena

Di Redazione | 10 Aprile 2020 alle 11:39

Coronavirus: L'università di Siena a supporto delle cooperative sociali

Parte dall’Università di Siena un progetto per supportare i lavoratori delle cooperative sociali in questo periodo di difficoltà legato al COVID-19.

Il progetto curato dal Laboratorio sulle disuguaglianze (LSD), coordinato dal professor Fabio Berti del dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive,
ha l’obiettivo di affiancare le cooperative sociali aderenti all’iniziativa, per ora 12 di 5 diverse regioni, che si sono dovute attivare per stare accanto, anche solo telefonicamente, ai propri lavoratori più fragili costretti a restare a casa a tempo indeterminato con le limitazioni imposte dai dispositivi di legge.

“Le testimonianze raccolte dai referenti di alcune cooperative sociali del territorio – spiega il professor Berti – hanno messo in luce il problema. Non era mai capitato che una parte dei lavoratori fossero costretti a rinunciare non solo al lavoro ma anche ai preziosi momenti di relazioni amicali o comunque anche semplicemente alle chiacchierate tra colleghi”. “Il COVID-19 – continua Berti – ne ha costretti una parte a restare a casa in una condizione che molti considerano peggiore ancora della reclusione carceraria, da diversi pure sperimentata”.
Attraverso la compilazione di un questionario strutturato e somministrato con la mediazione di un tutor interno, saranno raccolti elementi di carattere conoscitivo utili per un’indagine su preoccupazioni, paure, atteggiamenti, scoperte, positive o negative, riferite ai vissuti al tempo del coronavirus.

“Il progetto è ambizioso – conclude il professore – e gli esiti saranno utili per ri-orientare il lavoro di supporto interno che stanno facendo le cooperative sociali coinvolte. Nessun lavoratore, soprattutto quelli più fragili, dovrà esser lasciato indietro”.



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