Crisi del commercio nel centro storico, negozi chiusi, tanti fondi sfitti. Prosegue anche sui social il dibattito sulle chiusure dei negozi all’indomani della pubblicazione del nostro servizio sull’imminente serrata di altre tre attività commerciali
Oggi torniamo sull’argomento con l’intervista a Romolo Semplici dell’Associazione PietraSerena che da anni propone idee di confronto sui temi caldi della città.
Un tavolo permanente di confronto tra amministrazioni, categorie del commercio, agenzie immobiliari e proprietari di immobili per cercare soluzioni a rapido deperimento del centro storico cittadino dove le serrate dei negozi stanno mettendo in crisi uno dei settori che a Siena ero un fiore l’occhiello. Una proposta arriva dall’associazione PietraSerena.
“Dal 2020 abbiamo lanciato un’idea di un tavolo di confronto fra istituzioni, commercianti, proprietari di immobili per trovare delle soluzioni, per tentare di trovarle – ha spiegato a Siena Tv Romolo Semplici dell’associazione Pietraserena – Pensavamo che l’idea di un tavolo fra istituzioni, commercianti, proprietari di immobili potesse partorire delle idee. Noi avevamo lanciato anche l’idea del canone concordato per gli affitti commerciali come è stato fatto per esempio per gli affitti residenziali che sembra abbia portato tanto giovamento sia nei prezzi sia nell’emersione del sommerso”.
Nessuno ha la soluzione e la bacchetta magica per risolvere una questione che non sta vivendo solo il commercio senese ma, alcune proposte, potrebbero almeno incentivare la ripresa con punti chiari e programmazione a lunga distanza che permetta investimenti.
“Il comune ha appena lanciato il progetto Invest in Siena per attrarre investimenti, per attrarre imprenditori perché questa città ha bisogno di una nuova imprenditoria. Finita l’era del Monte dei Paschi, questa città deve inventarsi un settore privilegiato e il turismo, rappresenta quello che al momento potrebbe avere i numeri più interessanti”.
Ma soprattutto ci vuole un piano del commercio, suggerisce l’associazione Pietra Serena.
“Se uno apre un’impresa bisogna che questa impresa abbia possibilità di avere un futuro. Non posso pensare ad investire in un’impresa e poi il giorno dopo me ne apre una simile o uguale accanto magari di un grande gruppo commerciale, magari di persone non appartenenti al territorio con costi diversi dai miei. Queste insicurezze rendono difficile anche solo pensare di aprire un negozio. C’è tanto da lavorare e ci vorrebbe un piano del commercio, qualcosa che dia una visione delle certezze a chi ha voglia di investire in questa città a partire dai giovani. Dobbiamo sistemare la strada perché i giovani di Siena abbiano la possibilità di capire se un’ idea di impresa abbia poi le gambe per correre anche in futuro”.