San Quirico d’Orcia si è svegliata diversa dopo la giornata di sciopero generale. Mentre tante serrande sono restate abbassate in segno di protesta, nel cuore del borgo valdorciano un bar ha scelto di tenere le porte aperte. Ma non per lavoro, non per routine: per solidarietà. L’incasso della giornata è stato infatti devoluto a Gazzella Onlus, l’associazione che opera a Gaza distribuendo acqua, cibo e beni di prima necessità in un territorio martoriato da guerra e assedio.
Un gesto semplice e allo stesso tempo immenso: trasformare ogni caffè, ogni spritz, ogni sorriso servito al bancone in un aiuto concreto per chi, dall’altra parte del Mediterraneo, oggi lotta per la sopravvivenza.

L’idea è nata da Carolina Zamperini, giovane figlia del proprietario dell’attività Angelo, insieme ai colleghi Sabin e Seat:”Per la giornata di sciopero generale noi abbiamo deciso di non chiudere, ma di restare aperti e di donare tutto il ricavato a Gazzella Onlus. È un piccolo modo per dire che anche in un borgo come San Quirico c’è consapevolezza, che qui la gente chiede il cessate il fuoco e sente il dovere di attivarsi”.
Il seme era stato piantato pochi giorni prima, con la proiezione del documentario “When Olives Trees Weep” organizzato dal GAS in Collina, il gruppo d’acquisto solidale del territorio. Un evento che aveva già raccolto fondi per la stessa associazione. Da lì, la scintilla.
Il bar, con i suoi tavolini affacciati sulla via Francigena, è diventato il simbolo di una resistenza civile fatta di gesti concreti, lontani dai riflettori ma carichi di significato. C’è, in questo gesto, un filo che lega passato e presente. La memoria di una famiglia che ha conosciuto il duro passaggio del fronte in Val d’Orcia, la convinzione che resistere sia ancora possibile, e necessario, anche nei piccoli centri.
“Manifestare non significa non voler lavorare – spiega Carolina -, significa avere coscienza, alzare la voce perché i diritti siano davvero di tutti. Per questo credo sia fondamentale riportare il focus anche nei borghi: sono vivi, abitati, attraversati da persone che hanno ancora voglia di impegnarsi”.E così, a San Quirico, un caffè si è trasformato in un messaggio di pace. Un succo di frutta ha preso il valore di un atto politico. Una giornata di lavoro è diventata un dono. Perché quando la solidarietà attraversa i confini e diventa azione concreta, anche un piccolo bar di provincia può dare una grande lezione di umanità.

