Dal "Duomo nuovo" alla Contrada dell'Aquila: un'opera arricchisce il museo

Un'opera ha arricchito il museo della Nobile Contrada dell'Aquila: è il calco in gesso, realizzato nel 1986 dallo studio Castellani di Urbino, che raffigura il Redentore in trono benedicente del portale laterale del “Duomo nuovo”.

Di Redazione | 29 Aprile 2023 alle 21:00

Dal "Duomo nuovo" alla Contrada dell'Aquila: un'opera arricchisce il museo

Un’opera ha arricchito il museo della Nobile Contrada dell’Aquila: è il calco in gesso, realizzato nel 1986 dallo studio Castellani di Urbino, che raffigura il Redentore in trono benedicente del portale laterale del “Duomo nuovo”.

“In quell’anno – viene spiegato dalla Contrada- fu organizzato dalla Soprintendenza lo smontaggio delle statue che ornavano il portale per procedere al loro restauro e il successivo ricovero al Museo dell’Opera del Duomo. Dopo il restauro fu chiaramente pensato di realizzare dei calchi, in gesso e polvere di marmo, di tutte le statue, da collocare sul portale al posto di quelle originali. Oggi infatti le statue che ornano il portale sono dei calchi prodotti dallo studio Castellani di Urbino – proseguono dalla Contrada -, esattamente nel 1986. La ditta realizzò due calchi: il primo per prova e il secondo per essere sistemato sul portale. Proprio il primo calco è stato donato di recente alla Nobile Contrada dell’Aquila”.

Il portale e le sue statue furono realizzati da Giovanni D’Agostino tra il 1345 e il 1347 (all’epoca era capomastro dell’Opera di Santa Maria, ndr.). L’opera doveva essere la porta che dalla Piaggia della Morte dava adito alla navata destra del “Duomo nuovo”, quel duomo che, iniziato intorno al 1339, sia per ragioni strutturali, sia per l’arrivo della terribile peste nera nel 1348, non fu mai realizzato, ma del quale ancora oggi in Piazza Jacopo della Quercia, possiamo osservare alcuni suoi resti, come il Facciatone, la navata destra , le finestre esterne della navata sinistra e lo stesso portale.

“Il nostro museo è ulteriormente arricchito con questa nuova opera e per questo siamo molto contenti”, è il commento del Priore della Nobile Contrada dell’Aquila Francesco Squillace. “Ricordo tra l’altro – ha aggiunto – che il museo è stato del tutto ristrutturato e nuovamente inaugurato qualche anno fa ed adesso contiene opere artistiche di alto valore. La scultura donata alla Contrada, calco del Redentore in trono, è collegata al portale del “Duomo nuovo”, portale che si trova nel territorio della Nobile Contrada dell’Aquila e quindi siamo molto felici e orgogliosi che da oggi sia esposta al nostro museo”.

“Innanzitutto devo ringraziare Mauro Civai per avermi segnalato l’opera in questione e Arturo e Paolo, figli di Nilo Salvatici, ex vice presidente del Monte dei Paschi, che hanno voluto donare la scultura alla Nobile Contrada dell’Aquila”, esordisce invece così Paolo Torriti, contradaiolo dell’Aquila e storico dell’arte. “Giovanni D’Agostino fu scultore e architetto, capomastro del Duomo di Siena, lavorò anche per le cattedrali di Orvieto e Grosseto- ha continuato-. È stato uno dei più importanti scultori della Siena della prima metà del Trecento, l’equivalente in scultura di Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti in pittura”.

“Ricordo alcune sue famose opere quali la Cappella Tarlati del Duomo di Arezzo o il rilievo con la Madonna in trono nell’Oratorio di S. Bernardino a Siena, ma dove l’arte del nostro scultore raggiunge il suo più alto livello è proprio nel gruppo statuario del Redentore in trono adorato dai due angeli entro la lunetta del portale del “Duomo nuovo”, non per niente ricordato da tutti gli storici dell’arte come “il più bel portale di tutta l’arte senese”, ha concluso.



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