Vanno avanti le indagini sul caso del delitto di Largo Sassetta dello scorso 26 settembre, che ha visto vittima l’81enne Annamaria Burrini, strangolata e rapinata nella sua casa. Gli inquirenti lavorano per ottenere gli ultimi decisivi riscontri che collegherebbero i due ucraini, zio e nipote, al delitto, in particolare si cercano impronte ed elementi per confermare la presenza nella casa del 39enne, reputato autore materiale dell’omicidio. Una presenza negata dall’uomo – difeso dall’avvocato Manfredi Biotti – contraddetta però dalla confessione della nipote agli investigatori.
Per questo tra ieri e oggi sono stati eseguiti tra Roma e Firenze, dalla Polizia Scientifica, degli esami irripetibili su vestiti, giacche e scarpe a caccia delle impronte degli indagati, principalmente si punta a trovare una corrispondenza tra gli abiti sequestrati in casa al 39enne a fine ottobre e quelli che gli sono stati visti addosso grazie alle telecamere di sorveglianza il giorno dell’omicidio. Importanti accertamenti che potrebbero proseguire anche nei prossimi mesi, così da cristallizzare il quadro probatorio.
C.C