Denunciato al tribunale minorile uno studio senese di tatuaggi e piercing

Di Redazione | 12 Gennaio 2018 alle 11:35

Denunciato al tribunale minorile uno studio senese di tatuaggi e piercing

A una bambina in affido condiviso sono stati bucati i lobi delle orecchie senza l’assenso del padre

Una minore residente a Siena, di età inferiore ai sei anni, dopo che le sono stati bucati i lobi delle orecchie per un comune orecchino, prende un infezione: il padre, che non aveva dato l’assenso per tale intervento, decide così di denunciare al tribunale minorile lo studio di tatuaggi e piercing dove è avvenuta l’operazione, essendo la bambina in regime di affido condiviso figlia di genitori separati. Il peggio rischia di passarlo l’esecutore del buco per l’orecchino dello studio di tatuaggi: si profila la violazione della legge sulla bigenitorialità e il regolamento di disciplina sanitaria regionale che impone, per tali azioni, il consenso dei genitori nei casi di figli di genitori separati o non coniugati entrambi, salvo che uno dei due non sia stato sollevato del ruolo genitoriale. Nello specifico, è vietato eseguire tatuaggi e piercing, ad esclusione del piercing al padiglione auricolare, ai minori di anni diciotto senza il consenso informato reso personalmente dai genitori o dal tutore, ed è vietato eseguire tatuaggi e piercing, ad esclusione del piercing al padiglione auricolare, ai minori di anni quattordici.

Il padre della bambina si è rivolto all’associazione senese “papá resistente” per segnalare il caso, che sia aggiunge ad una serie di innumerevoli episodi di violazione della bigenitorialitá soprattutto quando per tante scelte che riguardano la vita dei minori non si chiede il consenso di entrambi i genitori. Solo nell’ultimo anno sono stati raccolti oltre sessanta casi alcuni anche nel pubblico: scuole, asili, comuni, pediatri. L’associazione in caso di accertamento di reato è pronta a costituirsi parte civile.



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