Educazione sessuo-affettiva a scuola, la politica nazionale si divide ma Siena vuole andare avanti

Papi: “Pronti al confronto. Servono percorsi strutturali su rispetto e prevenzione”. Mazzarelli (Pd): “Dopo il 25 novembre dati allarmanti: l’educazione è lo strumento più potente contro la violenza”

Di Lorenzo Agnelli | 27 Novembre 2025 alle 19:30

Educazione sessuo-affettiva a scuola, la politica nazionale si divide ma Siena vuole andare avanti

L’educazione sessuale e affettiva torna al centro del dibattito anche a Siena. Durante il Consiglio comunale, l’assessora alle politiche giovanili e alle pari opportunità Micaela Papi ha risposto all’interrogazione presentata dai consiglieri del Partito Democratico Giulia Mazzarelli, Alessandro Masi, Anna Ferretti, Luca Micheli e Gabriella Piccinni. A pochi giorni dal 25 novembre, il tema si intreccia inevitabilmente con i dati sulla violenza di genere e con il lavoro di prevenzione portato avanti da psicologi, psicoterapeuti e sessuologi. Le voci degli esperti sono concordi: educare all’affettività, alle relazioni e al rispetto è uno degli strumenti più efficaci per intervenire prima che la violenza si manifesti.

Tra questi pareri, si inserisce quello della psicoterapeuta Tania Berti, del centro antiviolenza Artemisia, intervistata proprio nei giorni scorsi. “Bisognerebbe intervenire nelle scuole – aveva affermato ai nostri microfoni – educando all’affettività e alla relazione. È lì che si costruiscono le basi del rispetto reciproco. E invece, troppo spesso, questo tipo di educazione viene osteggiato o non considerato una priorità. Occorre un percorso serio, continuativo, che aiuti ragazze e ragazzi a sviluppare consapevolezza emotiva e competenze relazionali”.

Un’idea che risuona pienamente con il dibattito aperto in Consiglio e con molti dei progetti già attivi sul territorio senese.

Papi: “La scuola è il luogo dove si costruisce la comunità di domani”

“La scuola è uno dei contesti privilegiati per promuovere rispetto, parità e prevenzione di ogni forma di discriminazione – ha spiegato Papi –. È tra i banchi che si formano i futuri cittadini e dove possiamo agire in modo strutturale contro stereotipi e violenza”.
L’assessora ha richiamato i percorsi educativi in corso, dal progetto “W l’amore”  dell’Asl Toscana sud est al progetto provinciale “Peace 2”, fino alla redazione del Bilancio di genere 2025-2027 e al nuovo Tavolo delle pari opportunità attivato dal Comune nell’ambito di “Si-Sienasociale 2.0”.

Ha poi sottolineato la difficoltà di molte scuole ad accogliere nuove proposte formative, causa sovraccarico progettuale, e la volontà dell’amministrazione di ampliare la rete educativa coinvolgendo anche società sportive e associazioni giovanili.

L’esempio nazionale: a Genova un progetto per la fascia 3-6 anni

Il confronto senese si inserisce in un panorama nazionale in cui alcuni territori stanno già sperimentando nuovi modelli. Tra questi Genova, dove la sindaca Silvia Salis ha annunciato l’avvio, da gennaio, di un percorso di educazione sessuo-affettiva nelle scuole dell’infanzia comunali.

La sindaca ha sottolineato la responsabilità delle amministrazioni locali nella prevenzione della violenza e degli stereotipi, ricordando che i primi cittadini devono prendersi la responsabilità di incidere sui propri territori. Il progetto genovese prevede un lavoro diretto con bambini e famiglie, attraverso laboratori e attività espressive curate dai centri antiviolenza cittadini.

Mazzarelli (Pd): “Dati drammatici, l’educazione è la vera prevenzione”

Nel suo intervento, la consigliera senese dem Giulia Mazzarelli ha riportato i dati diffusi il 25 novembre: il 31% delle donne italiane ha subito violenza fisica o sessuale nella vita, si contano 77 femminicidi dall’inizio dell’anno e in Toscana 5.600 donne hanno chiesto aiuto ai centri antiviolenza.
“La violenza cresce anche tra giovanissimi e anziani – ha spiegato –. Per questo serve un’educazione all’affettività e sessuale strutturale nei programmi scolastici”.

Mazzarelli ha espresso preoccupazione per l’emendamento nazionale che limita questi percorsi nelle scuole medie, ma ha riconosciuto che l’amministrazione senese intende proseguire e rafforzare il sostegno ai progetti educativi: “La cultura è l’anticorpo più forte contro la violenza”.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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