La corsa alla presidenza della Regione Toscana si arricchisce di un nome fuori dagli schemi tradizionali: Hubert Ciacci, imprenditore di Montalcino, è ufficialmente il candidato di Democrazia Sovrana Popolare, il partito guidato a livello nazionale da Marco Rizzo. Un profilo politico che arriva dal sud della Toscana, una novità in un panorama regionale dominato da candidati e consiglieri provenienti dalle aree metropolitane. “Se venissi eletto sarebbe un patrimonio anche per questa parte della Toscana – sottolinea Ciacci – che non ha mai avuto rappresentanti forti in Regione. Gli eletti sono sempre di Firenze, Pisa, Livorno, o al massimo della zona senese più vicina a Poggibonsi e Colle Val d’Elsa. Mai da Montalcino o dalla Val d’Orcia”.
Il programma di Ciacci parte dalle criticità locali: viabilità, infrastrutture e sanità. “Qui c’è il ponte Nove Luci crollato tanti anni fa e mai ricostruito, strade piene di semafori e sensi unici, il manto stradale ovunque da rifare. Poi la diga di Contignano, promessa ma mai realizzata, che sarebbe fondamentale come bacino idrico per tutta la zona”. Ma è soprattutto sulla sanità che l’imprenditore punta l’accento: “L’ospedale di Nottola viene progressivamente declassato, mentre a Montalcino la struttura è ridotta a casa di comunità. Eppure lì esiste una sala operatoria modernissima, mai utilizzata. Basterebbe attivarla per piccoli interventi alleggerendo le Scotte”.
Il percorso politico di Ciacci è stato variegato: una militanza nel centrosinistra, poi Lega e Fratelli d’Italia, fino all’approdo a Democrazia Sovrana Popolare. Una traiettoria che potrebbe suscitare dubbi di trasformismo. Ma lui respinge ogni accusa: “Ho incontrato Marco Rizzo e mi sono riconosciuto nelle sue battaglie. Non è un salto di bandiera, è coerenza con i miei valori. Quando mi ha chiesto di candidarmi ho detto sì: ci ho messo la faccia, pur sapendo che diventare governatore è impossibile”.
L’asticella fissata da Ciacci è il 5% per poter entrare in Consiglio Regionale: “Quella è la soglia che mi consentirebbe di entrare in Consiglio. È difficile, ma non impossibile. Vedo che a firmare per la lista arrivano persone da destra e da sinistra, oltre a tanti che normalmente non votano. È un consenso trasversale, e questa è la nostra forza”.