È allarme lavoro in provincia di Siena. A lanciarlo la Cgil sulla base dei dati occupazionali del primo semestre di quest’anno e che hanno fatto registrare un trend preoccupante per le ore di cassa integrazione: in metà 2025 sono state autorizzate nello stesso numero dell’intero 2024.
“Il quadro è fortemente critico, l’emergenza lavoro non si arresta, anzi si aggrava – sottolinea la segretaria generale Alice d’Ercole -. I dati ci segnalano che noi abbiamo una crescente situazione di crisi che sta attraversando e travolgendo il territorio. Proprio sul tema dell’occupazione, guardando alle casse integrazioni e agli ammortizzatori sociali erogati nel primo semestre di questo anno, le ore sono uguali a tutte quelle dell’intero anno 2024. E’ chiaro quindi che questa situazione determina una vera e propria emergenza. Il dato travolge circa il10% della popolazione lavoratrice dipendente”.
Non solo, per i nuovi contratti stipulati il minimo comune denominatore è uno solo: precarietà.
“Il 92% dei nuovi contratti stipulati nei primi 6 mesi di quest’anno, analizzando solo il segmento dei centri per l’impiego, sono precari – tuona Alice d’Ercole -. Solo l’8% sono contratti a tempo indeterminato. Quindi c’è un tema di lavoro di qualità e di quantità dello stesso”.
Siena e provincia, inoltre, tutt’altro che isole felici per le famiglie in cerca di stabilità economica. Cresce a dismisura la percentuale oltre la soglia di povertà, anche al di sopra della media nazionale. La Cgil di Siena alza il velo su un tema che potrebbe e dovrebbe essere all’ordine del giorno della campagna elettorale delle regionali alle porte.
“Non solo siamo di fronte a un’inflazione stratificata a livello nazionale del 17%, che significa quasi due mensilità, in questo territorio si affronta in misura ancora più rilevante con un 2% in più di inflazione, per il terzo anno consecutivo nel podio delle città italiane, corrispondenti a circa 660 euro in più all’anno per famiglia. E questo dato ci produce un elemento di povertà che non è solo assoluta per chi non lavora, ma è povertà anche per chi, purtroppo, è povero pur lavorando. Il 12% delle famiglie, nella statistica di Siena 20-30, ha ridotto o cancellato la sua attività lavorativa nel corso dell’anno e questo ha prodotto appunto un elemento di povertà. In 26mila persone in questa provincia sono sulla soglia di povertà, sono il 10% della popolazione e se guardiamo ai dati che vengono fuori noi abbiamo che una famiglia su tre, il 30% del totale, ha dovuto ridurre il consumo di cibo rinunciando a una dieta variegata, il 34% ha dovuto rinunciare alle cure sanitarie, quasi il 40% ha dovuto rinunciare alle vacanze. Dati preoccupanti per i quali è necessario correre ai ripari. E purtroppo quello che avverrà nei prossimi mesi temo che non sia migliore”.