Emergenza lavoro a Siena, Cgil: “Nel primo semestre di quest’anno stesse ore di cassa integrazione di tutto il 2024”

La segretaria generale Alice d’Ercole: “Il 92% dei nuovi contratti sono precari”

Di Cristian Lamorte | 3 Settembre 2025 alle 21:00

È allarme lavoro in provincia di Siena. A lanciarlo la Cgil sulla base dei dati occupazionali del primo semestre di quest’anno e che hanno fatto registrare un trend preoccupante per le ore di cassa integrazione: in metà 2025 sono state autorizzate nello stesso numero dell’intero 2024.

“Il quadro è fortemente critico, l’emergenza lavoro non si arresta, anzi si aggrava – sottolinea la segretaria generale Alice d’Ercole -. I dati ci segnalano che noi abbiamo una crescente situazione di crisi che sta attraversando e travolgendo il territorio. Proprio sul tema dell’occupazione, guardando alle casse integrazioni e agli ammortizzatori sociali erogati nel primo semestre di questo anno, le ore sono uguali a tutte quelle dell’intero anno 2024. E’ chiaro quindi che questa situazione determina una vera e propria emergenza. Il dato travolge circa il10% della popolazione lavoratrice dipendente”.

Non solo, per i nuovi contratti stipulati il minimo comune denominatore è uno solo: precarietà.

“Il 92% dei nuovi contratti stipulati nei primi 6 mesi di quest’anno, analizzando solo il segmento dei centri per l’impiego, sono precari – tuona Alice d’Ercole -. Solo l’8% sono contratti a tempo indeterminato. Quindi c’è un tema di lavoro di qualità e di quantità dello stesso”.

Siena e provincia, inoltre, tutt’altro che isole felici per le famiglie in cerca di stabilità economica. Cresce a dismisura la percentuale oltre la soglia di povertà, anche al di sopra della media nazionale. La Cgil di Siena alza il velo su un tema che potrebbe e dovrebbe essere all’ordine del giorno della campagna elettorale delle regionali alle porte.

“Non solo siamo di fronte a un’inflazione stratificata a livello nazionale del 17%, che significa quasi due mensilità, in questo territorio si affronta in misura ancora più rilevante con un 2% in più di inflazione, per il terzo anno consecutivo nel podio delle città italiane, corrispondenti a circa 660 euro in più all’anno per famiglia. E questo dato ci produce un elemento di povertà che non è solo assoluta per chi non lavora, ma è povertà anche per chi, purtroppo, è povero pur lavorando. Il 12% delle famiglie, nella statistica di Siena 20-30, ha ridotto o cancellato la sua attività lavorativa nel corso dell’anno e questo ha prodotto appunto un elemento di povertà. In 26mila persone in questa provincia sono sulla soglia di povertà, sono il 10% della popolazione e se guardiamo ai dati che vengono fuori noi abbiamo che una famiglia su tre, il 30% del totale, ha dovuto ridurre il consumo di cibo rinunciando a una dieta variegata, il 34% ha dovuto rinunciare alle cure sanitarie, quasi il 40% ha dovuto rinunciare alle vacanze. Dati preoccupanti per i quali è necessario correre ai ripari. E purtroppo quello che avverrà nei prossimi mesi temo che non sia migliore”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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