Due piccoli blocchi di pietra ricoperti di ottone, due placche incastonate nel marciapiede di Via Fiorentina, che passano quasi inosservate ai più disattenti ma che catturano l’attenzione rivolgendo lo sguardo al terreno, dove bastano poche righe per raccontare una tragica storia.
Era il 6 Novembre 1943 quando, proprio nella casa di fronte a dove sono poggiate le targhe, un uomo e una donna, Giacomo Augusto Hasda, di 74 anni, e Ermelinda Bella Segre, di 70, furono arrestati in quanto ebrei e deportati presso il campo di concentramento di Auschwitz, dove trovarono tragicamente la morte pochi giorni dopo.
In loro memoria sono state poste le pietre d’inciampo, due delle moltissime presenti in tutta Europa per creare una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L’iniziativa, partita nel 1992 a Colonia dall’artista tedesco Gunter Demnig, ha avuto larga diffusione negli anni a venire, che ha portato all’installazione di oltre 70.000 pietre. Un numero impressionante, che rappresenta però soltanto una piccola parte della tragedia vissuta da milioni di persone. Un’iniziativa per rendere omaggio alle stesse, e per far sì che il loro nome e ciò che è accaduto non venga mai dimenticato.
