Sono stati ripresi tutti e sette i detenuti che nella notte di Natale erano evasi dal carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano. I giovani in attesa del processo avevano cercato rifugio soprattutto tra i loro affetti, nascondendosi da familiari o amici. La vicenda ha inevitabilmente riacceso i riflettori sulle condizioni delle carceri italiane e sugli istituti minorili. Degli spunti di riflessione nati in seguito ai fatti di Milano ne ne abbiamo parlato con il garante dei detenuti della Toscana Giuseppe Fanfani, che in passato ha anche ricoperto il ruolo di capogruppo in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
“Si tratta di persone con alle spalle un grosso disagio personale, non era pensabile che potessero uscire dall’istituto senza prima o poi farvi ritorno – afferma Fanfani – nei loro confronti c’è la necessità di un recupero sociale stringente. Con i giovani serve una attenzione diversa, sia in relazione al retroterra da cui provengono e sia alle necessità che essi rappresentano. In Italia si fa molto per loro ma non è bastato”.
Il reintegro sociale è l’obiettivo che ogni carcere dovrebbe voler perseguire. A maggior ragione se si parla di minori.
“Due le vie – spiega Fanfani – una risocializzazione, attraverso l’alfabetizzazione e il recupero scolastico, e un reinserimento lavorativo attraverso una formazione che consenta loro di essere accettati una volta usciti dalle carceri”.