Un’operazione rapida e meticolosa dei carabinieri di Colle Val d’Elsa ha portato all’arresto di quattro persone, tutte residenti nel napoletano, sorprese subito dopo aver messo a segno la cosiddetta “truffa del finto carabiniere” ai danni di una coppia di anziani nel pieno centro della città. Ieri pomeriggio, venerdì 28 novembre, i quattro – tre donne e un uomo, tra i 21 e i 47 anni, provenienti dall’area di Giugliano in Campania – sono stati condotti davanti al giudice, dottore Alessandro Maria Solivetti Flacchi, per l’udienza di convalida. Dopo oltre mezz’ora di camera di consiglio, il giudice ha convalidato l’arresto ma ha disposto la rimessa in libertà di tutti, applicando però per due donne con precedenti l’obbligo di dimora nel comune di residenza vincolandole altresì alla firma tre volte a settimana presso la polizia giudiziaria locale. Il processo è stato fissato per il 7 gennaio 2026.
Il blitz dopo la truffa
Nella mattinata di giovedì 27 novembre, almeno sette tentativi di truffa sono stati segnalati tra Colle Val d’Elsa e Monteriggioni, tutti con la stessa modalità: chiamate a persone anziane in cui un sedicente carabiniere avvisava di un presunto coinvolgimento di un familiare in una rapina con ferito grave da colpo di pistola. La pressione psicologica veniva aumentata fino a convincere le vittime a consegnare oro e denaro a una “funzionaria del giudice di Siena” che si sarebbe presentata di lì a poco. Le forze dell’ordine, insospettite dall’alta frequenza degli episodi, hanno passato al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza, individuando una Renault Clio bianca, già attenzionata nei mesi precedenti. Il veicolo, entrato a Colle alle 12.24 ed uscito alle 12.56 è stato intercettato pochi minuti dopo mentre tentava di lasciare la città in direzione Napoli. A bordo, i militari hanno trovato diversi monili in oro, alcuni indossati dagli stessi occupanti.
Durante il controllo, nessuno dei quattro è riuscito a fornire spiegazioni credibili sulla propria presenza a Colle di Val d’Elsa. Portati in caserma, la più giovane delle tre donne ha ammesso le proprie responsabilità e indicato ai carabinieri dove fosse nascosta la refurtiva: una busta contenente gioielli, orologi e denaro, custodita nel bagagliaio. La pronta confessione, ostacolata da una compagna che l’ha redarguita in dialetto, ha permesso agli investigatori di collegare rapidamente il furto all’abitazione di una coppia di anziani in centro, ancora scossa per l’accaduto. La donna di 75 anni – che al momento dell’arrivo della pattuglia era ancora al telefono con uno dei truffatori – e il marito di 78, sotto shock, hanno raccontato ai carabinieri di aver consegnato tutto il loro oro e anche denaro a quella che credevano essere un’operatrice giudiziaria, dopo essere stati convinti telefonicamente della gravità della situazione.
Davanti al giudice e dichiarazioni in aula
Davanti al giudice, la donna più adulta del gruppo, una 47enne divorziata e madre di quattro figli, ha respinto ogni accusa: “Sono estranea ai fatti. Mi trovavo lì solo per fare una scampagnata a Siena e perché sapevo guidare. Dovevo poi andare a Milano da un’amica. Guadagno 3500 euro al mese, non ho bisogno di fare questi atti”. Dichiarazioni che il giudice Solivetti Flacchi ha bollato come “fantasiose”, sottolineando nella lettura della sentenza il “preoccupante inserimento nella malavita” e che la banda è giunta nel senese con il solo scopo di delinquere.
Il più giovane del gruppo, classe 2004, incensurato, e la donna di 47 anni sono difesi dall’avvocato Silvia Pellegrini, mentre le altre due, una 24enne già condannata per tentata truffa e una 42enne madre di un figlio e residente poco distante da Giugliano, sono assistite dall’avvocato Luca Perinti. Ad eccezione della 47enne, tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I legali hanno sostenuto che mancasse la flagranza del reato e l’urgenza di misure cautelari, chiedendo termini a difesa.
Indagini in corso, famiglie presenti in aula
Nel corso dell’udienza, il comandante della stazione di Colle ha ricostruito dettagliatamente le fasi dell’indagine e dell’arresto, evidenziando la collaborazione decisiva della 24enne per il recupero della refurtiva. Importante successivamente il riconoscimento dei preziosi da parte delle vittime. Il Pubblico ministero Claudio Rotunno, Vice procuratore onorario, aveva chiesto la convalida dell’arresto per tutti con obbligo di dimora e permanenza notturna, oltre alla firma giornaliera. Tuttavia, il giudice ha optato per misure più leggere, basandosi anche sulla scarsa pericolosità sociale degli indagati e sull’insussistenza di esigenze cautelari più stringenti.
All’interno del palazzo di giustizia si sono radunati anche numerosi familiari degli imputati, arrivati direttamente da Napoli per seguire l’udienza di convalida. Le indagini proseguono per verificare eventuali legami con altre truffe mentre sono già cinque le denunce raccolte con modalità analoghe. La refurtiva, recuperata quasi interamente, è stata restituita ai legittimi proprietari. La Procura non esclude che il gruppo possa essere collegato ad altri episodi simili come a Barberino Val d’Elsa.