La prima legge regionale in Italia che regolamenta il fine vita è quella della Regione Toscana. Un iter lungo e travagliato. Da una parte il sostegno delle associazioni, dall’altra la contrarietà di alcune parti, tra cui il Governo, che ha impugnato la legge e ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale.
La Legge Regionale 16/2025
La Regione Toscana ha approvato la sua legge di iniziativa popolare (Legge n. 16/2025) l’11 febbraio 2025, promulgata il 14 marzo 2025. Questa normativa è la prima in Italia a definire tempi e modalità operative per la procedura di aiuto al suicidio, recependo le sentenze della Corte Costituzionale n. 242/2019 (caso Cappato/Antoniani) e n. 135/2024.
La legge toscana stabilisce alcuni requisiti, tra cui:
La presenza di una patologia irreversibile.
Sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal paziente.
Dipendenza da trattamenti di sostegno vitale.
La capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli.
Viene istituita una Commissione multidisciplinare permanente e la procedura di valutazione dei requisiti deve concludersi entro 20 giorni dal ricevimento dell’istanza, con la possibilità di una sospensione di massimo 5 giorni per accertamenti. Un punto fondamentale della legge è la gratuità delle prestazioni erogate dal servizio sanitario regionale nell’ambito di questo percorso.
L’Impugnazione del Governo e la Risposta della Regione
La legge toscana è stata impugnata dal Governo lo scorso 9 maggio 2025, che ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale. La decisione del Governo ha suscitato forte reazione e delusione da parte della Regione Toscana, con il presidente Eugenio Giani e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo che hanno definito la mossa del governo “paradossale” e “un’offesa per i malati”.
Nonostante l’impugnazione, la legge regionale toscana rimane pienamente in vigore in attesa di un pronunciamento della Corte Costituzionale. La Toscana rivendica con forza la propria competenza nell’organizzazione dei servizi sanitari, come riconosciuto dalla Costituzione, e la necessità di colmare un vuoto legislativo nazionale.
Il Primo Caso in Toscana/Provincia di Siena
Il primo caso in assoluto riguarda Daniele Pieroni, scrittore sessantenne affetto dal morbo di Parkinson dal 2008, che ha scelto di porre fine alla propria vita in provincia di Siena il 17 maggio. Pieroni era nativo di Pescara. Ha vissuto e lavorato a Roma per circa 40 anni, con parentesi anche all’estero, quindi l’arrivo in Toscana a Chiusi (Siena). Scrittore e saggista, ma anche violoncellista amatoriale. “Viveva di cultura” ha detto il sindaco di Chiusi, Gianluca Sonnini.
L’Associazione Luca Coscioni, che ha promosso la legge di iniziativa popolare, ha confermato che la procedura si è svolta nel pieno rispetto della normativa toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta. Questo primo caso dimostra la piena applicabilità della legge regionale, nonostante le vicende legali in corso.