È stato condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale di Siena un uomo di 43 anni originario di Arezzo, giudicato responsabile del furto aggravato avvenuto nel 2023 presso un autolavaggio automatico di Montepulciano. La sentenza è stata pronunciata ieri, 11 novembre 2025, dal giudice dottor Simone Spina al termine del processo con rito ordinario.
Secondo la ricostruzione della Procura, rappresentata in aula dal vice procuratore onorario Massimo Rossini, l’uomo era accusato di aver commesso più furti con lo stesso disegno criminoso, agendo in distinte circostanze e forzando le casse automatiche di due diversi impianti di lavaggio auto, entrambi situati a Montepulciano.
Secondo la ricostruzione della Procura, rappresentata in aula dal vice procuratore onorario Massimo Rossini, il 18 giugno 2023 l’imputato avrebbe forzato lo sportello della cassa automatica dell’autolavaggio di via dell’Artigianato, riuscendo a impossessarsi di circa 700 euro in contanti custoditi all’interno dell’impianto di proprietà di un imprenditore locale. Il reato è stato contestato con le aggravanti in quanto commesso su beni esposti per necessità alla pubblica fede.
Al secondo capo d’imputazione, l’uomo era chiamato a rispondere anche di altri furti, commessi in quattro diverse circostanze, tra il 24 giugno 2023 e i giorni successivi, ai danni di un altro impianto di autolavaggio situato in via Calamandrei, sempre a Montepulciano. In questo caso, secondo l’accusa, il modus operandi sarebbe stato analogo: forzatura dello sportello della cassa automatica e sottrazione di circa 1.300 euro complessivi, in danno di un secondo imprenditore.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna superiore ai tre anni di reclusione per entrambi gli episodi. L’avvocato difensore, Alessandro Betti del foro di Siena, ha invece sostenuto in aula l’insussistenza di prove sufficienti per il secondo episodio. Dopo la discussione delle parti, il giudice Spina ha accolto parzialmente la tesi difensiva, condannando l’imputato a tre anni di reclusione solo per il primo furto e pronunciando l’assoluzione per il secondo capo per insufficienza di prove.