Gaiole in Chianti, mette oro e soldi nelle mutande dopo la truffa: arrestato col complice

Vittima un’anziana di Gaiole in Chianti col tranello del finto carabiniere. In fuga con l’auto, arrestati dai militari, oggi sono comparsi davanti al giudice di Siena.

Di Redazione | 26 Novembre 2025 alle 21:30

Gaiole in Chianti, mette oro e soldi nelle mutande dopo la truffa: arrestato col complice

Si è svolta nel primo pomeriggio di oggi, 26 novembre 2025, davanti al giudice Alessandro Maria Solivetti Flacchi presso il Tribunale di Siena, l’udienza di convalida dell’arresto di due uomini fermati ieri mattina dai militari dell’Arma a seguito di una truffa ai danni di una donna di 81 anni residente nel centro di Gaiole in Chianti.

I due, un 54enne e un 19enne entrambi residenti nell’hinterland napoletano, sono accusati di aver messo in atto un collaudato piano di raggiro ai danni della pensionata.

Secondo quanto emerso in aula, la mattina del 25 novembre, la vittima era stata contattata telefonicamente da un individuo che si era qualificato come carabiniere, affermando di trovarsi in compagnia di un presunto brigadiere. All’anziana era stato comunicato che una delle sue automobili era rimasta coinvolta in un grave incidente stradale, con il decesso di una persona, e che per evitare conseguenze legali avrebbe dovuto consegnare tutto il denaro contante e i preziosi che aveva in casa a un “perito” che si sarebbe presentato di lì a poco. In uno stato di comprensibile agitazione, la donna ha raccolto monili in oro per un valore complessivo di 14.700 euro e una somma in contanti di 490 euro, seguendo le istruzioni fornite al telefono.
Pochi minuti dopo, all’abitazione dell’81enne si è presentato il 19enne, il quale ha ritirato velocemente la refurtiva, mentre il complice più anziano, con precedenti specifici, lo attendeva in auto poco distante. Terminato il colpo, i due si sono allontanati velocemente da Gaiole in direzione Siena a bordo di un veicolo già segnalato nelle ore precedenti, come sospetto, alle forze dell’ordine, che hanno iniziato a monitorare la zona del Chianti e le aree limitrofe.
L’allarme del furto è stato dato dalla stessa vittima, appena si è accorta di essere stata truffata. I carabinieri, già sulle tracce dei due sospetti, li hanno intercettati circa venti chilometri dopo, lungo la strada per Siena. Durante la perquisizione, la refurtiva è stata rinvenuta nelle mutande del giovane, fiducioso che nessuno avrebbe pensato a un nascondiglio tanto singolare. I carabinieri, però, non si sono fermati alle apparenze: tutti i monili e il denaro sono stati recuperati e riconsegnati all’anziana.

Nel corso dell’udienza di oggi, i due imputati – assistiti dall’avvocato Leandro Parodi del Foro di Siena, che ha sostituito i difensori di fiducia – hanno ammesso integralmente le proprie responsabilità, confermando la dinamica dei fatti così come ricostruita dagli inquirenti e dal vice procuratore onorario, dottoressa Maria Sebaste. Il pubblico ministero aveva chiesto la convalida dell’arresto, la custodia agli arresti domiciliari per l’adulto e per il giovane l’obbligo di dimora con applicazione del braccialetto elettronico.
Il giudice, accogliendo parzialmente la richiesta della Procura, ha convalidato l’arresto per entrambi, disponendo per il 54enne la misura degli arresti domiciliari senza braccialetto, in considerazione dei precedenti specifici, mentre ha rimesso in libertà il 19enne, ritenendo non sussistenti esigenze cautelari tali da giustificare misure più restrittive.
L’avvocato Parodi ha richiesto un termine a difesa, anche in vista di una possibile scelta del rito abbreviato, e la nuova udienza è stata fissata al 7 gennaio 2026.

La vicenda, che vede coinvolta una persona di 81 anni, ha messo in allarme la comunità di Gaiole e suscitato particolare attenzione per le modalità subdole con cui è stato realizzato il raggiro: i due indagati avrebbero approfittato dello stato di vulnerabilità della donna e della sua buona fede, prospettandole un pericolo inesistente e sfruttando la paura di gravi conseguenze penali. Il quadro probatorio apparso oggi in aula è risultato solido, anche grazie all’immediato intervento delle forze dell’ordine che, attraverso un’attività preventiva e di controllo delle segnalazioni, sono riuscite a bloccare i responsabili poco dopo il fatto, evitando che la refurtiva venisse dispersa.

L’indagine della Procura di Siena prosegue per identificare eventuali altri complici che avrebbero preso parte, almeno telefonicamente, all’organizzazione della truffa. Sullo sfondo resta il tema della tutela delle persone anziane, spesso bersaglio di simili episodi: i carabinieri hanno ribadito la raccomandazione a diffidare di richieste sospette e a rivolgersi sempre alle forze dell’ordine in caso di telefonate o visite anomale.



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