Passeggiate, tornei di Baskin, partite di calcio inclusivo e attività assistite con gli animali: sono solo alcune delle esperienze che, da gennaio a giugno, hanno animato il progetto Giocosport – inclusiva…mente insieme, promosso dal CONI Siena in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena, la Fondazione Monte dei Paschi e il programma CH Culture Ibride.
Un percorso pensato per unire sport e solidarietà, disabilità e cittadinanza attiva, coinvolgendo associazioni come ASD Costone Baskin, Le Bollicine e SpazioDirsi in una rete territoriale che ha messo al centro la partecipazione e l’inclusione. Ma tra i tanti risultati positivi, l’evento conclusivo, tenutosi oggi — martedì 24 giugno — nella sala multimediale “Roberto Montermini” del CONI Siena, ha aperto anche una riflessione critica: perché sono stati soprattutto gli studenti stranieri a partecipare attivamente, mentre quelli italiani sono rimasti quasi del tutto assenti?
Paolo Ridolfi, delegato provinciale CONI, ha offerto un quadro chiaro: “Il 90% dei volontari arrivati dall’Università di Siena erano studenti stranieri. È un dato che parla da solo. L’inclusione si realizza davvero quando si intrecciano esperienze e culture diverse, e questo progetto lo ha dimostrato. Abbiamo avuto, per esempio, un ragazzo pakistano che ci ha affiancati in tutte le attività: sempre presente, sempre attivo. Un giorno, alle Bollicine, ci siamo ritrovati a spiegare le attività a un gruppo composto interamente da volontari stranieri. È stato un momento che ci ha fatto riflettere molto”.
La scarsa partecipazione degli studenti italiani non è passata inosservata nemmeno all’interno dell’università. A sottolinearlo con franchezza è stata Chiara Mocenni, delegata alla Terza Missione dell’Università di Siena: “Coinvolgere gli studenti non è mai semplice, e credo che parte della responsabilità sia anche nostra. Oggi lo studio è diventato una corsa contro il tempo: in tre mesi si concentra ciò che, un tempo, si affrontava in nove. Ma questa non può essere una scusa. Le cose che ci interessano davvero, troviamo comunque il modo di farle. Forse non riusciamo a raccontare questi progetti nel modo giusto, a renderli davvero attrattivi per i nostri ragazzi”. E sul senso profondo del volontariato ha aggiunto: “Forse oggi manca la consapevolezza di quanto il volontariato arricchisca anche sul piano personale. Non mi sorprende che siano stati gli studenti stranieri a rispondere con maggiore entusiasmo: spesso hanno una maggiore familiarità con le difficoltà della vita quotidiana. L’invito è quello di insistere su questi percorsi, ma anche di sperimentare modalità nuove per coinvolgere davvero gli studenti italiani”.
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Giocosport Siena: il 90% dei volontari universitari è straniero, gli studenti italiani quasi assenti
Al progetto di inclusione promosso dal Coni hanno preso parte quasi esclusivamente studenti volontari stranieri
Di Redazione | 24 Giugno 2025 alle 14:30
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