“Accogliamo con grande favore l’approvazione da parte dell’Amministrazione comunale del contributo per gli affitti a canone concordato destinato ai giovani under 35 che scelgono di vivere nel Centro storico. È un passo importante, atteso da anni, che finalmente segna un’inversione di rotta concreta rispetto alle politiche miopi delle precedenti amministrazioni”. Interviene così sul tema Francesco Giusti, Segretario Provinciale Patto per il Nord – Siena.
“Ripopolare il Centro storico è una delle priorità di Patto per il Nord – Siena – prosegue nella sua riflessione Giusti – non si tratta solo di urbanistica o economia: è una questione identitaria, sociale, culturale. Per troppo tempo abbiamo assistito all’abbandono progressivo del cuore della città, con famiglie senesi costrette a trasferirsi in periferia o fuori comune, mentre le Contrade si svuotavano e la popolazione residente invecchiava, schiacciata da un’offerta abitativa inadeguata e da un mercato drogato da affitti in nero e contratti simulati”.
“L’iniziativa dell’Amministrazione Fabio, che ringraziamo per la sensibilità dimostrata, va nella giusta direzione: sostenere i giovani e le famiglie senesi significa ridare linfa vitale alle nostre Contrade, alla sicurezza urbana, al commercio di prossimità. Significa, in definitiva, invertire un declino che sembrava irreversibile e riaffermare il diritto dei senesi a vivere la loro città. Ma questo è solo l’inizio. Serve adesso un vero e proprio piano straordinario per il recupero abitativo del Centro storico, che coinvolga attivamente la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e punti a:
– recuperare gli immobili dismessi o sottoutilizzati, di proprietà pubblica o privata;
– favorire, attraverso incentivi e strumenti di finanza agevolata, l’acquisto o l’affitto di queste unità da parte di nuclei familiari senesi e contradaioli;
– promuovere la riqualificazione edilizia, energetica e architettonica in un’ottica sostenibile e di lungo periodo.
Il nostro Centro storico non può essere né un campus né una vetrina turistica svuotata di senso, ma deve tornare ad essere ciò che è sempre stato: il cuore pulsante di una comunità viva, partecipata e radicata nella sua storia” conclude Giusti.