I sindacati: "L’azienda Sclavi licenzia un numero importante di lavoratori con modalità ambigue"

Si parla di oltre 10 licenziamenti: le sigle sindacali sono pronte a ricorrere in tutte le sedi opportune per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori

Di Redazione | 27 Novembre 2020 alle 17:16

I sindacati: "L’azienda Sclavi licenzia un numero importante di lavoratori con modalità ambigue"

Turbolenze in seno alla storica azienda senese Sclavi. I sindacati, FLAI CGIL e FAI CISL, denunciano la messa in atto di un alto numero di licenziamenti (si parla di oltre 10) con modalità che le sigle sindacali definiscono “ambigue”. La nota:

“L’azienda Sclavi, marchio storico della realtà produttiva di Siena che conta ad oggi circa 60 dipendenti, in questi anni ha affrontato un percorso di forti criticità dovute ad opinabili scelte imprenditoriali sulle quali il sindacato insieme ai lavoratori, da sempre, esprime forti perplessità, incalzando l’azienda al fine di un riposizionamento competitivo del marchio stesso. Grazie al sacrificio dei lavoratori, sia in termini contrattuali che di flessibilità, l’azienda ha potuto beneficiare di condizioni favorevoli al fine di traguardare procedure che consentissero la prosecuzione dell’attività. In questo momento di forti criticità per il paese e per la nostra provincia, diversamente da altre realtà imprenditoriali dove grazie a strumenti di sostegno al reddito e scelte condivise le organizzazioni sindacali di settore FLAI CGIL e FAI CISL sono riuscite a fare sintesi nell’interesse comune, Sclavi si è rivelata non cosciente dei sacrifici dei lavoratori e faticosamente disponibile al dialogo con i sindacati”.

“Nonostante il contesto, e con modalità ambigue e discutibili nel merito, l’azienda ha proceduto a licenziare un cospicuo numero di lavoratori con dubbie procedure individuali che lasciano trasparire anche altri scenariLa FLAI CGIL e la FAI CISL sono pronte a ricorrere in tutte le sedi opportune per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori licenziati e di quelli ancora in forza, non tollerando che questo atteggiamento irresponsabile e provocatorio continui2.



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