“All’età di cinque anni mi è stata diagnosticata una miocardiopatia dilatativa, a dieci anni ho fatto il mio primo trapianto di cuore. A vent’anni purtroppo per delle complicanze ho iniziato a fare la dialisi e dopo nove anni di dialisi il mio nuovo cuore ha iniziato dar problemi e quindi ho dovuto rifare il trapianto di cuore insieme al rene”.
Il destino gli ha servito contro dritti, rovesci, lungolinea e smash che avrebbero messo ko anche i più blasonati Sinner o Musetti. Ma lui, da fondo campo, ha risposto sempre colpo su colpo, aggrappandosi alla vita, grazie a chi gli ha fatto il dono più grande dopo la morte. Oggi, Francesco Fiore, 37 anni di Matera, due trapianti di cuore e uno di reni, è campione di tennis italiano per trapiantati oltre che testimonial dell’azienda ospedaliero-universitaria senese. Oggi ha voluto mettere a segno il suo set point incontrando i giovani delle scuole senesi per raccontare la sua storia, divulgare il valore della donazione di organi, far comprendere come due cuori e una racchetta valgano una vita in grado di sconfiggere qualsiasi più duro avversario o avverso destino.
“Il tennis dà concretezza a quella che è la mia rinascita – racconta Francesco Fiore –. L’obiettivo è comunque sempre quello di continuare a star bene e dare un senso a questa terza opportunità che ho avuto”.
Quale è il messaggio che si sente di dare?
“Un messaggio di speranza a chi ha subito o deve subire un trapianto; a tutte le persone che soffrono. Di cercare di non arrendersi mai e avere fiducia nel prossimo, di continuare a lottare fino a quando si ha l’opportunità”.
A chi dedica la vittoria nella vita e in ogni partita di tennis?
“Ovviamente io la dedico ai miei donatori, ma anche a tutte le famiglie che hanno detto di sì alla donazione degli organi”.