Il Governo impugna la legge regionale Toscana sugli affitti brevi

Cgil: "Governo dalla parte degli interessi finanziari e della rendita e non certo di cittadini e cittadine, lavoratrici e lavoratori". Tucci: "Regione ha legiferato in realtà contro la proprietà privata, con un forte sbilanciamento a favore delle strutture alberghiere"

Di Redazione | 8 Marzo 2025 alle 16:30

Il Governo impugna la legge regionale Toscana sugli affitti brevi

Il governo va alla Consulta contro la legge regionale toscana sul turismo, che contempla misure di contenimento del fenomeno di overtourism e di conseguente spopolamento dei centri storici.

La Regione Toscana ha varato norme per dare una cornice di regolazione specifica ai Comuni che subiscono di più l’impatto di b&b, affitti brevi e affittacamere, a svantaggio della residenza.

Per il governo le norme toscane sono incostituzionali, in particolare laddove limitano la libertà di impresa e violano gli ambiti di autonomia regionale concessa dalla Costituzione. “Il governo Meloni ha impugnato la legge della Regione Toscana sugli affitti brevi, atto doveroso contro l’ennesimo tentativo velleitario di farsi le leggi da soli”, è “bene che sia arrivato questo provvedimento da parte del nostro esecutivo”, ha dichiarato il senatore fiorentino di FdI Paolo Marcheschi annunciando l’iniziativa decisa nel Consiglio dei ministri.

La legge regionale toscana aveva suscitato le proteste dei proprietari immobiliari, che tramite le associazioni di categoria avevano gridato alla limitazione della disponibilità dei loro beni, da poter destinare a uso turistico, rappresentando anche gli interessi di chi possiede interi palazzi. Nel dibattito, partiti come FdI e Forza Italia hanno tenuto questa linea. Ora il governo la esprime appieno andando alla Corte Costituzionale contro la Toscana.

Nel mirino di Palazzo Chigi, in particolare, due leggi regionali. Una su rifugi escursionistici, affittacamere e b&b del 17 gennaio 2025 poiché si pone “in contrasto con la normativa statale in materia di libertà di impresa”, e viola “gli articoli 3, 41, 42 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione. L’altra normativa toscana sotto tiro è il cosiddetto Testo unico del turismo del 31 dicembre 2024, per disposizioni “in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di libertà di impresa, concorrenza, ordinamento civile e penale, tutela del patrimonio culturale e professioni” e quindi violando “gli articoli 3, 41, 42, 117, primo comma, secondo comma lettere e), l) ed s), e terzo comma della Costituzione”.

La Regione Toscana con la sua nuova disciplina aveva dato un perimetro normativo ai Comuni ad alta densità turistica per varare eventualmente regolamenti comunali ad hoc tali, tra i vari aspetti, da limitare la locazione breve a fini turistici, o in determinate zone, o in quartieri a rischio di saturazione turistica, e lo sradicamento dell’anima delle città (esempio, i centri storici). Le limitazioni possono avere un termine temporale, o un divieto generale allo svolgimento dell’attività di locazione breve, o un numero massimo di giorni. Il presidente Eugenio Giani si dice sorpreso e parla di “clamorosa scelta del governo”.

“L’approccio della legge regionale è stato quello del buonsenso, del confronto e della concertazione con le categorie economiche. La legge fornisce una visione equilibrata del governo dei flussi turistici, un’attenzione alle esigenze dei residenti delle grandi città e responsabilizza i Comuni”. “Così facendo – aggiunge Giani – il governo mostra che l’autonomia regionale la sostiene solo a parole, dando enfasi all’autonomia differenziata ma poi mostrando verso le Regioni, in questo caso la Toscana, molto centralismo”. Comunque sia, la Regione seguirà l’iter previsto e fornirà alla Consulta i suoi motivi.

“Il Governo, impugnando la legge regionale toscana sul turismo, non perde occasione di mostrarci da che parte sta, quella degli interessi finanziari e della rendita e non certo di cittadini e cittadine, lavoratrici e lavoratori – commentano Cgil-Sunia-Federconsumatori Toscana
La legge regionale sul turismo fa un passo avanti importante per la sostenibilità delle nostre città e per tutelare chi vuole viverci e lavorarci, e bene farà la Regione a difenderla costituendosi in giudizio”.

“È evidente come la Regione Toscana, nascondendosi dietro il cavallo di Troia da tutti condiviso di un indispensabile contrasto all’overtourism che affligge in particolare le città d’arte e quindi minaccia anche Siena, ha legiferato in realtà contro la proprietà privata, con un forte sbilanciamento a favore delle strutture alberghiere – commenta Enrico Tucci, assessore al Comune di Siena – Ricordiamo a titolo di esempio ancora una volta agli smemorati il singolare articolo 22 comma 6 del Testo Unico del turismo che consente alle imprese alberghiere di associare nella gestione anche le unità abitative ubicate nelle vicinanze (200 metri) dalle strutture alberghiere”.
“In attesa del pronunciamento della Consulta cogliamo l’occasione per ribadire la nostra immutata posizione a favore di una regolamentazione non punitiva, ma equa, degli affitti brevi ad uso turistico nella consapevolezza che Siena vada preservata dall’assalto dell’overtourism che peraltro si presenta sotto molteplici altri aspetti, pure da normare adeguatamente. Confermiamo di conseguenza anche il nostro orientamento per favorire gli accordi tra privati per la stipula di affitti a canone concordato, soluzione che sempre più proprietari stanno prendendo in considerazione, in alternativa alla locazione turistica, per una giusta e sicura remunerazione della loro proprietà.”


Articoli correlati