Riccardo Pagni, una figura di spicco e da sempre legata al mondo del Palio, attuale Assessore del Comune di Siena, ha aperto il suo cuore, raccontando ai microfoni di Radiosienatv a Voci dalle Lastre con il giornalista Alessandro Pagliai, la sua profonda passione per la Contrada del Bruco e rivivendo uno dei momenti più emozionanti della sua vita: la storica vittoria del 1996. Lui quel Palio, lo vinse da Capitano.
Da ex dirigente vittorioso, Pagni ha descritto con fervore quel trionfo, un successo che la Contrada del Bruco attendeva da ben 41 anni. “La gioia più grande, la soddisfazione che porto nel cuore: vedere la mia contrada vincere per la prima volta nella mia vita”. Ha definito il Palio dell’agosto del ’96 come una corsa “difficile e non ‘aggiustata‘. “Salvatore entrò come un cobra, era in splendida forma”, riferendosi a Cianchino, che fece gioire il popolo di Barbicone dopo 41 anni.
Di fatto un elemento centrale della narrazione è il legame indissolubile con il fantino Salvatore Ladu detto Cianchino. Pagni ha svelato che il loro rapporto non è nato con il trionfo, ma affonda le radici nel passato, risalendo al 1978, quando fu proprio il padre di Pagni a scegliere Cianchino come fantino di contrada. Un aneddoto del 1996 rivela la fiducia e il rispetto reciproco. “Eravamo amici con Salvatore. Mi rassicurò pochi giorni prima di quel Palio. Mi fidavo e lui si fidava di me. I soldi glieli ho dati dopo”.
Pagni ha voluto ribadire con forza che, al di là degli incarichi e dei ruoli dirigenziali, la sua identità primaria è quella di “contradaiolo“. Ha sottolineato che l’amore per la contrada è il motore di tutto, l’unica cosa che conta davvero, e che tutti gli incarichi ricoperti sono “solo di passaggio“.
L’intervista si è conclusa con un tocco di leggerezza con Pagni che ha raccontato la cena in contrada di ieri sera (11 agosto), cucinando il pollo alla cacciatora per circa 520-530 persone. Ha menzionato scherzosamente l’aiuto dei suoi amici e coetanei e una “piccola polemica” sulla porzione di verdure. La battuta finale, “nella contrada del Bruco la verdura non è l’alimento principale, si preferisce un pezzo di salame in più”.