Il testamento del Boccaccio torna visibile all’Archivio di Stato di Siena

Insieme ad una teca l’iniziativa a 650 anni dalla morte dell’autore del Decamerone

Di Cristian Lamorte | 18 Dicembre 2025 alle 19:30

Il testamento del Boccaccio torna visibile all’Archivio di Stato di Siena

A 650 anni dalla morte di Giovanni Boccaccio l’Archivio di Stato di Siena ha celebrato lo scrittore e poeta toscano con l’esposizione al pubblico di una teca con il testamento dell’autore del Decamerone.

Il testamento di Giovanni Boccaccio fu dettato nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, il 28 agosto 1374, al notaio fiorentino ser Tinello del fu ser Bonasera da Passignano e alla presenza di più testimoni.

Fu il conte Scipione Bichi Borghesi a riscoprire e a valorizzare il prezioso cimelio, acquisito nel 1827 per via ereditaria, a cui destinò nel proprio studio un’elegante teca, nella quale esporlo in modo che visitatori e appassionati lo potessero ammirare. Per poi donarlo infine all’Archivio di Stato.

Il testamento e una teca splendida di manifattura senese ottocentesca – ha spiegato Cinzia Cardinali, direttrice dell’Archivio di Stato, legate insieme per volontà del Bichi Borghesi che nella propria collezione di famiglia ritrovò il testamento e lo donò all’Archivio di Stato. Alla fine dell’Ottocento lui volle che appunto fosse così esposto nella sua collezione personale e, al momento della donazione, testamento e teca rimasero insieme. Poi, naturalmente, per esigenze di consultazione e quant’altro, i due elementi sono si sono sciolti perché appunto l’originale del testamento è collocato nei depositi predisposti. Oggi noi possiamo di nuovo mettere a disposizione della cittadinanza, invece, questo connubio questo binomio, perché viene inserito all’interno del percorso museale”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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