A 650 anni dalla morte di Giovanni Boccaccio l’Archivio di Stato di Siena ha celebrato lo scrittore e poeta toscano con l’esposizione al pubblico di una teca con il testamento dell’autore del Decamerone.
Il testamento di Giovanni Boccaccio fu dettato nella chiesa di Santa Felicita a Firenze, il 28 agosto 1374, al notaio fiorentino ser Tinello del fu ser Bonasera da Passignano e alla presenza di più testimoni.
Fu il conte Scipione Bichi Borghesi a riscoprire e a valorizzare il prezioso cimelio, acquisito nel 1827 per via ereditaria, a cui destinò nel proprio studio un’elegante teca, nella quale esporlo in modo che visitatori e appassionati lo potessero ammirare. Per poi donarlo infine all’Archivio di Stato.
“Il testamento e una teca splendida di manifattura senese ottocentesca – ha spiegato Cinzia Cardinali, direttrice dell’Archivio di Stato –, legate insieme per volontà del Bichi Borghesi che nella propria collezione di famiglia ritrovò il testamento e lo donò all’Archivio di Stato. Alla fine dell’Ottocento lui volle che appunto fosse così esposto nella sua collezione personale e, al momento della donazione, testamento e teca rimasero insieme. Poi, naturalmente, per esigenze di consultazione e quant’altro, i due elementi sono si sono sciolti perché appunto l’originale del testamento è collocato nei depositi predisposti. Oggi noi possiamo di nuovo mettere a disposizione della cittadinanza, invece, questo connubio questo binomio, perché viene inserito all’interno del percorso museale”.