“Strano che senta lei parlare a me di legge”, “Sono io il sindaco che le piaccia oppure no”. Questi alcuni passaggi del vivace, a dir poco, botta e risposta, stamani in consiglio comunale fra il sindaco Luigi De Mossi e il consigliere Bruno Valentini. Ad accendere la miccia l’interrogazione del consigliere PD sulla determina dirigenziale per l’incarico di Daniele Tacconi.
“Devo dire che De Mossi ci ha messo la faccia – dice Valentini – nel senso che si è preso completamente preso la responsabilità di aver confermato il suo capo di gabinetto, anche se la forma non era questa, dopo che se ne era andato. Però ha fatto una cosa che, come ho sottolineato nella replica, che lascia perplessi anche molti suoi elettori che non vogliono vedersi governati da qualcuno che non hanno scelto, perchè è evidente che c’è una cessione di sovranità a personaggi che non sono stati eletti direttamente, ma che continuano a fare il bello e cattivo tempo dentro il Comune: possono comandare gli uffici, coordinare gli assessori, un potere enorme quasi da “sindaco ombra”, che non ha giustificazioni, oltre una serie di imperfezioni legali che mi costringerà ad inviare l’atto agli organi competenti (corte dei conti, anac)”.
Questa è un’amministrazione che amministra – la secca risposta di De Mossi -, la politica la fanno i partiti io sono civico e tale rimango e faccio amministrazione. C’è un sindaco capisce che lei questa cosa la vede con grande difficoltà ma c’è un sindaco a Siena, che piaccia o che non piaccia.