Il sonno, elemento fondamentale per la salute e il benessere psicofisico, è sempre più spesso messo a rischio dalle dinamiche della vita moderna. Secondo i dati riportati nella trasmissione Buongiorno Siena condotta da Alessandro Pagliai, quasi la metà della popolazione italiana sperimenta un disturbo del sonno nel corso della vita, con circa un italiano su quattro che ne soffre e una percentuale tra il 10 e il 15% che convive con una forma di insonnia cronica.
Per fare luce su questa problematica, Alessandro Pagliai ha intervistato il Dott. Giampaolo Vatti, Responsabile dell’unità operativa Epilessia e Medicina del sonno presso Le Scotte. Il Dott. Vatti ha spiegato le cause, i comportamenti da evitare e il percorso da seguire per affrontare l’insonnia.
La problematica è complessa e multifattoriale, influenzata da aspetti psichici, fisici e talvolta genetici, ma spesso a renderla cronica sono proprio i nostri comportamenti sbagliati. Il Dott. Vatti ha fornito un’analisi dettagliata sulle abitudini dannose e sull’approccio terapeutico più efficace per recuperare la qualità del sonno:
” A volte può essere difficile addormentarsi e a volte noi sicuramente adottiamo dei comportamenti che rendono questo processo ancora più difficile, quindi evitare per esempio sonnellini diurni oppure addormentarsi la sera sul divano guardando la televisione, evitare il caffè dopo le 5. L’uso del cellulare è sicuramente da evitare perché la luce che emette lo schermo ha la stessa frequenza, diciamo, della luce solare che inibisce la produzione di melatonina e quindi interferisce con un corretto addormentamento. Le ore che precedono il sonno dovrebbero essere trascorse in tranquillità evitando attività fisica o di impegnarsi in attività dal punto di vista emotivo molto molto impegnative.
Quando si verificano problemi dunque di insonnia, che può essere anche un problema cronico, credo che la prima cosa sia rivolgersi ad uno specialista per evitare l’uso di farmaci che possono essere o scarsamente utili oppure diciamo così anche dannosi. Oggi abbiamo a disposizione diverse opportunità farmacologiche oppure possiamo consigliare un approccio anche diciamo psicoterapeutico che può essere utile e che in tanti casi viene considerato anche come il trattamento di prima scelta nella terapia dell’insonnia cronica.”
Il Dott. Vatti ha anche chiarito che l’insonnia è definita cronica quando una difficoltà ad addormentarsi (entro 30 minuti), a mantenere il sonno o un risveglio precoce si verifica per almeno tre volte alla settimana negli ultimi sei mesi. In tutti questi casi, rivolgersi a unità operative dedicate, come l’ambulatorio per i disturbi del sonno dell’Azienda Ospedaliera Senese, è il primo passo per un trattamento mirato e personalizzato.