La crisi dei tassisti di fronte ai bus pieni "Potevamo aiutare, nessuno ci ha chiamato"

Perdite devastanti e aiuti che non arrivano "La legge prevede la possibilità di supporto dei tassisti ai servizi scolastici, ma non siamo mai stati interpellati"

Di Redazione | 4 Novembre 2020 alle 17:39

La frenesia delle corse è ormai un lontano ricordo anche per i tassisti. L’emergenza Covid ha stroncato la loro professione, con guadagni scesi sotto la soglia della sopravvivenza. Anche a Siena la situazione dei tassisti, seppur non drammatica come quella delle grandi città, è complicatissima. A descriverla è Nicola Borghi, presidente del Cotas (il Consorzio dei tassisti senesi).

“La situazione attuale a Siena non è ovviamente un bello scenario per la nostra categoria, anche se guardando alle altre città noi molto probabilmente abbiamo un po’ più di vantaggi – spiega Borghi – Le perdite sono devastanti, intorno al 70-80%, abbiamo perso tutta la stagione turistica. Ora siamo vicini ad una ulteriore chiusura, siamo abbastanza preoccupati. Tante promesse da parte del Governo non sono mai stati mantenute”.

I tassisti si aspettavano infatti alcune forme di aiuto, non tanto di erogazione di economie in sé quanto dei sistemi per poter permettere loro di svolgere il proprio lavoro. Il Governo aveva parlato di voucher da affidare a persone in difficoltà che potevano essere spesi nei taxi e della possibilità di utilizzare la categoria per rafforzare il sistema trasporti.

“Gli aiuti dei voucher sarebbero stati concreti, perché avrebbero portato ad un incremento di corse – prosegue il presidente Cotas – Per le scuole non siamo stati interpellati, né noi né gli NCC; far muovere gli alunni in bus strapieni: secondo me c’è qualcosa da rivedere. Visto che la legge prevede che tassisti e NCC possano andare a supporto ai servizi scolastici, farci lavorare anche in questo senso sarebbe gradito. Visto che non ci sono molti bus, mi sembrava intelligente portare avanti quello che descrive la legge, ma non ci ha cercato nessuno“.



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