La Fondazione Mps celebra i 30 anni con uno sguardo al futuro, Rossi: “Intrapresa la strada dell’ascolto e della collaborazione”

Il numero uno di Palazzo Sansedoni: “L’errore storico? Il 51% della banca. Lo abbiamo pagato”

Di Cristian Lamorte | 5 Giugno 2025 alle 16:46

Un momento di confronto e riflessione sul passato per programmare al meglio il futuro leggendo esigenze e cambiamenti della società, per starle accanto e per aiutare il tessuto socioeconomico nelle sfide che lo attendono. La Fondazione Monte dei Paschi ha aperto le celebrazioni per il trentennale dalla sua nascita e lo ha fatto con autorità, mondo dell’associazionismo e delle imprese oltre a tutta la cittadinanza. Ma lo sguardo al futuro non può che affondare le radici negli errori del passato, quelli pagati a caro prezzo, da non ripetere e dai quali trarre insegnamento. Uno su tutti il fatidico 51% di banca Monte dei Paschi. “La concentrazione” di quote azionarie “che c’è stata nell’attivo del patrimonio della Fondazione Mps sulla banca Mps è stato certamente un errore che la Fondazione naturalmente ha pagato”. Lo ha affermato il presidente della Fondazione Mps Carlo Rossi parlando coi giornalisti. “D’altra parte però questo era un territorio dove questo mito del 51% era inattaccabile; guai a chi si provava a contestarlo”, ha aggiunto Rossi ribadendo di “credere che a distanza di qualche anno si possa dire serenamente che è stato un errore”.

Le sfide del presente e del domani sono quanto mai ardue ma La Fondazione Monte dei Paschi è pronta ad affrontarle.

“La strada che abbiamo iniziato a intraprendere cioè quella dell’ascolto, quella della collaborazione – ha sottolineato il presidente della Fondazione Mps – credo che sia l’elemento fondante perché questa città e questo territorio, questa comunità possano continuare a crescere”.

Un ruolo di primo piano per l’ente di Palazzo Sansedoni riconosciuto anche da tutte le fondazioni bancarie.

La Fondazione Mps ha dimostrato in questi anni in cui ho condiviso il mio ruolo all’interno dell’associazione una capacità di essere parte del sistema, di essere soggetto propositivo di essere soggetto attivo di questo sistema molto importante – ha evidenziato Giovanni Azzone, presidente Acri -. In un momento in cui credo che le fondazioni di origine bancaria si chieda più che in passato dovrebbero essere soggetti che in qualche modo siano sussidiari rispetto all’azione pubblica. Troviamo sempre più spesso situazioni in cui ci chiedono di surrogare rispetto all’azione pubblica”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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