Un appello netto, che parte da Siena e si aggancia a una mobilitazione europea: la neo-nata Rete Senese Contro il Riarmo aderisce alla campagna internazionale Stop Rearm Europe e alla declinazione italiana Stop Rearm Italia, contestando con forza il piano dell’Unione europea di destinare 800 miliardi di euro al riarmo.
Un investimento giudicato “pericoloso e insostenibile”, che, secondo gli attivisti, ripropone una dinamica simile alle grandi campagne di inizio Novecento, oggi alimentata da una nuova corsa globale agli armamenti.
La Rete spiega di essersi costituita “per rispondere alla necessità di un fronte locale capace di rappresentare una posizione chiara contro la logica militare e di aprire un dibattito sull’economia italiana ed europea”.
Nel documento fondativo si chiede una revisione delle priorità economiche: più risorse a scuola, sanità, lavoro e ambiente, e non all’industria bellica. “Serve un ripensamento profondo del modello di sviluppo – sostengono – orientato alla sostenibilità sociale e ambientale, e non agli extraprofitti generati dalla guerra, dal neocolonialismo e dalla produzione di armi”.
Tra gli obiettivi della Rete figurano incontri pubblici, percorsi informativi e iniziative sul territorio per far conoscere gli effetti delle politiche economiche globali che, a loro giudizio, alimentano diseguaglianze e instabilità.
La denuncia riguarda anche l’Italia, “particolarmente coinvolta nell’industria degli armamenti e protagonista – secondo la Rete – di scelte scellerate e contrarie all’interesse collettivo”. A dimostrazione di ciò viene citata l’esercitazione militare “Mangusta”, che nei giorni scorsi ha coinvolto diverse aree del territorio con la presenza di eserciti stranieri e “propaganda militare”.
L’aumento della spesa militare, sottolinea la Rete, non produrrebbe maggiore sicurezza, ma al contrario insicurezza percepita, impoverimento, nuovo debito pubblico, fratture culturali e danni ambientali. Un processo che i promotori definiscono “perverso”, perché alimentato dalla disinformazione e da un crescente controllo sulle società civili.
La Rete Senese Contro il Riarmo invita cittadine e cittadini, singoli e organizzati, ad aderire al percorso e a partecipare alle assemblee. L’appello è rivolto “a chiunque si senta minacciato da un futuro imposto dall’alto”, ma anche alle realtà locali che già sostengono Stop Rearm Europe.
“Insieme possiamo difendere i valori civili – concludono – e dimostrare ai governi che non siamo marionette da manovrare, ma un popolo da ascoltare e rispettare”.