Lavoratori Enel sul piede di guerra

Di Redazione | 7 Agosto 2018 alle 11:15

Lavoratori Enel sul piede di guerra

FILCTEM CGIL Siena: “Scelte organizzative a dir poco discutibili”

E’ fuor di dubbio che ENEL, attraverso le proprie Divisioni e Controllate, negli ultimi anni abbia conseguito risultati economici di tutto rispetto. Si può anche ben capire che ciò rappresenti motivo di vanto da parte degli attuali vertici nel momento in cui le mirabolanti performance economiche vengono presentate in occasione delle assemblee degli azionisti.

Ma altri dati, di cui essere meno fieri, vengono accuratamente omessi: primo fra tutti l’aumento dei casi di infortunio nei quali vengono coinvolti sia lavoratori ENEL che dipendenti delle imprese appaltatrici. Preoccupante fenomeno connesso direttamente ad un incremento dei carichi di lavoro e situazioni di stress dovute ad un’organizzazione che sempre più frequentemente fa ricorso ad orari in reperibilità, lavoro straordinario, somministrati ed attività in appalto, tutte conseguenze della massiccia riduzione di personale operata gradualmente, ma con costanza, nell’ultimo decennio.

Nonostante i numerosi appelli, gli incontri con i sindacati ed il coinvolgimento delle massime Istituzioni (ricordiamo che il maggior azionista, con circa un 25% del capitale sociale, è lo Stato Italiano tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze), la situazione permane in tutta la sua gravità, inducendo le sigle sindacali a proclamare precise iniziative di protesta già dal prossimo mese.

Non è più accettabile – come spesso ci viene riportato dai lavoratori – che alcuni dirigenti e responsabili di zona si sentano in diritto di fare pressione sui singoli individui, spronandoli anche con fare minaccioso, pur di ottenere prestazioni lavorative oltre il ragionevole e fisicamente sostenibile.

D’altronde l’attuale AD del Gruppo ENEL, Ing. Starace, nel 2016 salì alla ribalta delle cronache per aver candidamente affermato che il miglior sistema per cambiare un’organizzazione aziendale è quello di creare malessere fra i lavoratori, per poi colpire successivamente quelle persone che se ne sarebbero lamentate con l’intento di suscitare paura nell’intera struttura aziendale.

Ecco, siamo convinti che questo sia il miglior modo per distruggere quella che un tempo è stata un fiore all’occhiello nell’ambito delle aziende fornitrici di servizi pubblici essenziali e che ancora oggi, in gran parte, deve le sue fortune alla professionalità, disponibilità e senso di appartenenza dei propri dipendenti.

I lavoratori hanno ormai superato qualsiasi livello di sopportazione, soprattutto nel momento in cui viene chiesto loro di rimediare, con senso di responsabilità, a scelte organizzative a dir poco discutibili.



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