“Combattere il male, vincerlo con il bene e partire da se stessi per cambiare il mondo”. È il cuore del messaggio che il Cardinale Augusto Paolo Lojudice ha voluto lanciare durante la Messa del Fantino celebrata come da tradizione nella Cappella di Piazza del Campo, la mattina del Palio del 2 Luglio. Un messaggio forte, carico di richiami all’equilibrio personale e al senso profondo del vivere comunitario.
“La Parola di Dio – ha spiegato il cardinale – è il filo conduttore che guida ogni nostro gesto. In giornate come queste, piene di passione, è importante che quella passione non sia solo per la vittoria, ma per la vita, per il bene, per la solidarietà.
Uno sguardo anche all’opera d’arte che accompagna questo Palio, il drappellone firmato da Riccardo Manganelli: “Mi hanno colpito molto quelle mani alzate verso il cavallo. Sono mani che implorano, che guardano al cielo, chiedendo intercessione. E poi c’è la Madonna di Provenzano, stilisticamente bellissima, con quei tratti che richiamano le donne mediorientali. Una sintesi armonica, complessa e profonda, che racconta anche la fede nella sua oscurità e nel suo mistero”
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Lojudice ha voluto anche ribadire quanto la festa del Palio, pur nel suo intreccio di sacro e profano, resti esempio di un equilibrio collettivo difficile da trovare altrove: “Nonostante la folla enorme, non si registrano quasi mai episodi gravi. Questo è un segno di maturità e di rispetto reciproco. Anche chi viene da fuori si lascia coinvolgere da un clima che è sì competitivo, ma profondamente umano”.
Infine, un richiamo al senso del messaggio cristiano anche per chi credente non è: “Ci sono momenti nel Palio in cui tutti ascoltano. Non importa se si crede o no. In quei momenti si crea uno spazio per il dialogo vero. Io ne approfitto per parlare con semplicità e ricevo spesso risposte. Questo per me è un dono prezioso, una bellezza che non è da tutti”.