Lojudice: "Continuate ad accompagnarmi con la preghiera. Coraggio e dignità per affrontare le difficoltà"

Il messaggio del neo cardinale: "Il cardinalato non è una promozione, ma una passione e condivisione ancora più convinta e decisa: mi unisco alla fatica e al dolore di chi sta soffrendo, di chi ha difficoltà sul lavoro, ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che si vedono privati di tante necessità fondamentali alla loro crescita"

Di Redazione | 30 Novembre 2020 alle 10:38

Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino è stato creato cardinale da Papa Francesco durante il concistoro di sabato 28. Un momento storico importantissimo per Siena, che ritrova dopo secoli un cardinale. Questo il messaggio, intriso di grande umiltà ed umanità, scritto da Lojudice e diffuso attraverso i profili social della Diocesi, rivolto alla comunità alle prese con l’emergenza Coronavirus:
“Carissimo popolo di Dio della Diocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino.
In occasione del concistoro indetto da papa Francesco e celebrato ho avuto, come tutti sapete, l’onere e l’onore di essere tra i cardinali da lui nominati a servizio della Chiesa universale. Si uniscono in questo momento sentimenti di preoccupazione, di stupore, di meraviglia ma anche di profonda gratitudine. Papa Francesco, lo sappiamo, è imprevedibile, ma ho accolto l’annuncio con grande serenità. Mi colpisce e in un certo senso mi commuove, la fiducia del papa, che ritrovo ancora una volta dopo la nomina a vescovo, 5 anni fa. All’epoca gli avevo chiesto: “È sicuro, Papa Francesco, di farmi vescovo? Io sono solo un prete e mi piace farlo’. ‘Tu non ti preoccupare… sono io che voglio questo: vai avanti…e non ti dimenticare dell’umiltà e dei poveri…”. Ho sempre cercato di leggere, di conoscere, di capire la realtà e farne un’occasione per sostenere, aiutare, indirizzare chi ha bisogno. Ho sempre creduto nella necessità di essere prossimi alla vita della gente. Spero di continuare a farlo”.
“Non fatemi gli auguri e le felicitazioni come se si trattasse di uno scatto di carriera: Papa Francesco lo ha detto molte volte e con insistenza: “…Il Cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore… La disponibilità di un Porporato a dare il proprio sangue – significata dal colore rosso dell’abito – è sicura quando è radicata in questa coscienza di aver ricevuto compassione e nella capacità di avere compassione…”.
Vi chiedo di condividere con me questa sensazione e questa convinzione: quello che conta non è “la porpora come vestito” ma come passione, come com-passione, come condivisione sempre più convinta e decisa, in particolare con chi è privo del necessario, materiale e spirituale, come ci ricordava il vangelo di domenica scorsa: “lo avete fatto a me”.
Continuate ad accompagnarmi con la preghiera, come so che fate spesso. Mi unisco alla fatica e al dolore di chi sta soffrendo, di chi ha difficoltà sul lavoro, ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che si vedono privati di tante necessità fondamentali alla loro crescita, come la socialità, il divertimento, in alcuni casi la catechesi e addirittura la scuola. I migliori auguri a tutta la comunità per riuscire ad affrontare con dignità e coraggio il momento presente e le sue difficoltà”.


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