Siena non è solo la magnificenza di Piazza del Campo o il brulicare delle Contrade nei giorni di Palio. Esiste una dimensione nascosta, fatta di sudore, fatica e solidarietà. Oggi continua a vivere nell’antica zona di Fontebranda e risuona nell’identità della Nobile Contrada dell’Oca. Un filo secolare e forte, che si ritrova nel libro “I macelli e le conce del Piano di Fontebranda”, di Alessandro Leoncini, ex archivista dell’Università di Siena e autore di numerosi studi sulla città, presentato nella Sala delle Vittorie della Contrada davanti a una folta platea di contradaioli, senesi e appassionati.
L’opera, edita da Nuova Immagine, è stata accolta da grande interesse. La serata, introdotta dal Governatore Claudio Laini, ha visto la partecipazione di ospiti illustri come lo storico Giovanni Mazzini e lo storico dell’arte Giuseppe Mazzoni, priore della Giraffa. Un’occasione speciale per riportare alla luce una parte di Siena spesso trascurata, ma fondamentale per comprendere i secoli passatie l’identità della città.
Ogni Contrada possiede elementi che ne raccontano la storia, ma per l’Oca, “le Fonti e i Macelli” sono centrali. Le Fonti, ovvero quella di Fontebranda, e i Macelli, veri e propri stabilimenti suddivisi in settori dove venivano abbattuti e lavorati gli animali, hanno segnato profondamente la vita e la cultura del rione. Intorno a tali attività è nata nel tempo una comunità solida e compatta, che ha sviluppato persino un proprio linguaggio, fatto di termini ormai scomparsi e riscoperti solo grazie al lavoro di archivio che è possibile leggere nel libro di Leoncini.
Il Governatore Laini ha sottolineato: “La pubblicazione è il risultato di un lungo periodo di ricerca: contiene numerosi documenti, anche inediti, e molte informazioni che alcuni contradaioli, ma anche tanti senesi non conoscevano. Possiamo dire che si tratta di una ricostruzione che ci permette di guardare al nostro territorio, in particolare alla zona dei Macelli, ma anche all’area di Fontebranda in generale fino ad arrivare a quello che oggi chiamiamo Madonnino Scapato, con occhi diversi, più attenti e consapevoli rispetto a quella che è stata la storia di questa zona. Tutta l’area ha rappresentato un punto nevralgico per la città, sia dal punto di vista storico-culturale che economico. E’ un lavoro che ci aiuta a comprendere le nostre radici, la nostra storia, e ci rende maggiormente consapevoli dei nostri progetti e programmi futuri”.
La genesi del libro, come racconta lo stesso Leoncini, affonda nella collaborazione di Anna Maria Beligni che ne ha avuto l’idea, Carla Neri, Giampiero Pacchierotti e Roberto Petreni: “Forse un po’ presuntuosamente e senza rendermene conto, ho accettato questo lavoro – ha detto Leoncini – che è durato dieci mesi e mi ha permesso di scoprire una parte di Siena che, pur avendola attraversata migliaia di volte, non conoscevo affatto. In questi luoghi, i rimandi storici sono ancora evidenti: ci sono architetture difensive e acquedotti che non sono mai stati studiati prima. C’è perfino una piccola chiesa che è stata salvata, e si era sviluppato un tessuto sociale molto complesso. Alla fine – prosegue Leoncini – abbiamo redatto un glossario dei termini che si trovano nel testo, davvero ricco: ci sono oltre cento vocaboli, tra cui molti toponimi che permettono di approfondire e comprendere meglio la zona. È stata davvero una vera e propria scoperta che permetterà a tutti di conoscere meglio la città, una storia nuova e il rione”. Non è mancata a Leoncini anche una riflessione: “Il grande problema, oggi, è che ormai i rioni esistono quasi solo nei libri, perché nella realtà non ci sono più. Se le contrada non mantiene questo legame con il proprio territorio, rischiamo di perdere la memoria viva, e la contrada rischia di diventare solo una squadra, priva della propria anima”.
Giuseppe Mazzoni ha offerto una lettura appassionata dell’opera: “È un volume che documenta molti aspetti di questa parte della città, la zona di Fontebranda e delle attività che vi si sono svolte nel corso dei secoli. Il valore di questo libro è dato anche dall’apparato iconografico, con tante immagini inedite, ma soprattutto dal valore storico: ricostruisce infatti la storia di questo territorio e delle attività che qui si sono svolte per secoli, a partire almeno dal Trecento. La lettura del libro è interessantissima anche dal punto di vista della ricostruzione topografica: emergono tanti termini particolari, un vero e proprio gergo locale che è gustoso riscoprire”.
Anche Giovanni Mazzini ha sottolineato: “Il libro di Alessandro Leoncini è davvero molto interessante perché ricostruisce tutta un’area, quella del piano di Fontebranda, della zona circostante e anche del cosiddetto Piano della Vetrice, che non era molto conosciuto. Per la Contrada dell’Oca, questo libro è ancora più interessante e importante, perché ricostruisce il rapporto tra la zona e la Contrada stessa che, nei secoli, grazie alla presenza dei macelli, è probabilmente diventata una delle più potenti e importanti dal punto di vista sociale ed economico. Si tratta quindi di un libro che descrive una parte di Siena della quale fino ad oggi si sapeva relativamente poco rispetto ad altre zone della città e che offre nuove prospettive sulla nostra storia collettiva”.
“I macelli e le conce del Piano di Fontebranda” si trova in tutte le librerie senesi. Un’occasione imperdibile per scoprire una Siena forse meno nota, con una storia secolare, anche lavorativa autentica e viva nella memoria di chi la abita e la ama.
Andrea Bianchi Sugarelli

