Il candidati al parlamento: “Speriamo non corrispondano a realtà, è un asset strategico”
Il Consorzio Operativo Mps è il cuore dell’It, Information Technology, della Banca Monte dei Paschi di Siena, il centro di sviluppo e gestione dei sistemi informativi e di telecomunicazione. Da alcuni mesi circolano voci intorno alla possibile cessione a terzi di questo asset strategico di Mps. È di fine dicembre scorso il primo ‘rumor’ sulla volontà della Banca di mettere sul mercato la piattaforma di servizi. In quell’occasione si parlò anche di possibili offerte. In seguito arrivò la smentita da parte di Mps che rassicurò i sindacati sottolinenando l’importanza del Consorzio sia per l’azienda stessa che per la città. Oggi le voci di cessione hanno ripreso a circolare.
“Il Consorzio operativo Mps conta attualmente 810 addetti, a tutti gli effetti dipendenti della Banca ma distaccati in questa struttura, nelle sedi di Siena, Firenze, Lecce, Mantova e Padova. Di questi, 300 lavorano a Siena – spiega Fulvio Mancuso -. Parliamo di un centro di eccellenza che ricopre un ruolo strategico all’interno del gruppo e che rappresenta, visti il numero dei lavoratori occupati, un pezzo di economia della città. La prospettiva di una cessione del Consorzio a terzi, ci preoccupa molto. Ci preoccupano le eventuali ricadute occupazionali derivanti da operazioni di cessione o esternalizzazione, e la perdita di valore dell’azienda bancaria nel suo complesso. In un modello bancario sempre più basato sul remote banking digitale, i servizi informatici e i database della clientela costituiscono il cervello e il cuore pulsante del sistema e, dunque, l’eventuale cessione a terzi degli stessi risulterebbe, nel lungo termine, un impoverimento strategico per l’intera Banca”
“A risentirne, poi, sarebbe anche l’economia cittadina – aggiunge Loriana Bettini – Sul territorio senese la presenza del Consorzio ha determinato la crescita di un indotto locale di aziende e professionalità che potrebbero essere soppiantate dall’ingresso di uno o più partner industriali di livello nazionale o multinazionale”.
“Il nostro auspicio – affermano i due candidati LeU – è che questo ramo d’azienda rimanga ben saldo all’interno della Banca e che queste voci rimangano tali. Diversamente si dovrà fare i conti con una perdita di valore importante a cui è connesso il rischio per il destino di molti lavoratori e di un altro pezzo di economia della città e del territorio”