"Mappe ribelli": all’Università di Siena la cartografia si fa strumento di indagine, mediazione e pace

"Mappe ribelli": all’Università di Siena la cartografia si fa strumento di indagine, mediazione e pace

Di Lorenzo Agnelli | 28 Maggio 2025 alle 19:00

Le mappe non sono solo strumenti geografici, ma anche mezzi politici, culturali e sociali in grado di incidere sulla realtà. Parte da questa consapevolezza il seminario “Mappe ribelli. La cartografia come strumento di indagine, mediazione e pace”, in programma oggi e domani presso il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena. L’incontro propone una riflessione critica sulla cartografia come linguaggio capace di influenzare percezioni, decisioni e conflitti. Le “mappe ribelli” si presentano come strumenti alternativi per leggere il territorio, dare voce a soggetti marginalizzati e immaginare nuove forme di convivenza.

“Il nostro tentativo è quello di mostrare la grande potenzialità come mezzo comunicativo della cartografia – spiega la docente di Geografia dell’Università di Siena Annalisa Guarducci -. Siamo partiti dal chiederci: le carte possono servire anche per raccontare la pace o solo per raccontare la guerra? E per questo abbiamo voluto coinvolgere tre cartografi. Ha partecipato al nostro seminario Laura Canali di Limes e la cartografa Cécile Marin di Le Monde Diplomatique e il cartografo Riccardo Pravettoni di Le Monde. Ci hanno dato un’idea di quello che significa realizzare carte, realizzare carte per raccontare la guerra, per raccontare le tensioni del mondo, ma anche per raccontare la costruzione della pace”.

Studiosi e cartografi internazionali si sono confrontati sul potere politico e sociale delle mappe, viste non solo come strumenti tecnici ma come veri e propri dispositivi narrativi e critici.
“Per me la carta, oltre ad essere un dispositivo che produce la realtà, è qualcosa che mette in scena un’informazione – spiega il cartografo di Le Monde Riccardo Pravettoni -. Mettendola in scena si riesce in un modo molto più efficace a comunicare questa informazione al lettore finale. Se si parla di pace, per me è una carta riuscita, una carta che riesce a comunicare questo tema estremamente importante, è una carta che mostra le cose per quelle che sono, che pone le domande giuste e che suscita quindi un dibattito all’interno di se stessi e nella società in cui si vive, secondo il criterio per cui una società più informata è una società più democratica”.

Ad essere analizzati sono i contesti di conflitto e di territori contesi, dove le mappe diventano strumenti di resistenza, mediazione o ricostruzione del tessuto sociale. Soprattutto in un’epoca in cui il territorio è sempre più al centro di tensioni, migrazioni e rivendicazioni identitarie.

“Il vantaggio della carta in un tema di questo tipo, in un soggetto così complesso e così controverso come può essere il conflitto israelo-palestinese, è il fatto che dovrebbe comunque partire da una verità – prosegue Pravettoni -. La carta, se è utilizzata bene, è uno strumento molto forte di comunicazione e, se utilizza un’informazione forte, può e deve trattare soggetti controversi come questo perché, per certi versi, è quasi l’unico medium che può permettersi di farlo.”

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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