Migranti a Siena, ex scuola di Montalbuccio ancora vuota. Rete SiSolidal: "Volontari provati e amareggiati"

In Consiglio comunale la questione migranti: non ancora attivo il nuovo Cas nell'ex scuola. La Prefettura non avrebbe ancora firmato la convenzione. La Rete SiSolidal chiede di risolvere la questione e invoca più spazi per portare avanti l'accoglienza in emergenza

Di Redazione | 21 Maggio 2024 alle 11:30

Migranti a Siena, ex scuola di Montalbuccio ancora vuota. Rete SiSolidal: "Volontari provati e amareggiati"

Si è tornato a parlare di migranti ed accoglienza in Consiglio comunale a Siena. Grazie all’interrogazione di Anna Ferretti di Progetto Siena, che ha chiesto all’Amministrazione lumi sull’ex scuola di Montalbuccio messa a norma e destinata a diventare CAS, ma ad oggi ancora vuota. Una situazione, ha risposto il Comune, dovuta al fatto che Prefettura non avrebbe ancora firmato la convenzione con il Comune deliberata a settembre 2023 e quindi sarebbe tutto bloccato.

“E’ corretto che lo Stato (la Prefettura) tenga inutilizzato un bene pubblico che dovrebbe servire ad alleviare i bisogni di persone siano immigrate o locali? – si chiede la Ferretti – l’emergenza immigrazione è sotto gli occhi di tutti, l’emergenza casa è un tema all’ordine del giorno, e noi non possiamo consentire che un bene di tutti rimanga fermo così a lungo”.

“L’Assessore ha riferito su informazioni prefettizie ci sono posti liberi nei Cas (Centri di accoglienza straordinari), quindi se Montalbuccio è un luogo superfluo per l’accoglienza immigrati è bene che il Comune lo riprenda non per metterlo in vendita ma per usarlo – prosegue Ferretti – molti sono gli usi che se ne potrebbe fare: dal cohousing, ad alloggi per lavoratori che arrivano in Città….tutto va bene, tranne che saperlo inutilizzato”.

Sulla questione è intervenuta anche la Rete Civica SiSolidal, coordinamento di associazioni di volontariato che assiste migranti e persone indigenti a Siena, nata in particolare nel 2022 per affrontare l’arrivo massiccio di cittadini pakistani, che si è unita, si fa sapere, “allo sconcerto espresso dalla Consigliera Anna Ferretti in Consiglio Comunale, e continua a far fronte all’accoglienza dei migranti e delle persone in stato di indigenza presenti a Siena”.

Si Solidal lancia un autentico grido di dolore: “i volontari, le volontarie e le associazioni che la compongono sono estremamente amareggiati, provati nelle energie e nelle finanze dalle lungaggini che si stanno verificando per mettere in sicurezza i cittadini stranieri e quelli residenti”.

Ancora SiSolidal: “Nel 2022 avevamo una media di 60 giovani nel parcheggio della stazione, da assistere  completamente con il solo sostegno della Caritas. Nel 2023 c’erano circa 30 giovani nel parcheggio di San Marco, oggi, nel 2024 ne abbiamo 32 nel parcheggio di via Mascagni. Questo in aggiunta ai dormitori Caritas che, dal novembre 2022, sono sempre stati pieni, con una media di 30 persone. Ringraziamo Comune di Siena e Società della Salute che, allora, misero a disposizione tre bagni Sebach consentendo al dormitorio di poter aprire, come misura di emergenza. Rimangono però, a oggi, gli unici presidi igienici per 60 persone, insieme alle 3 docce messe a disposizione dal volontariato non governativo”.

“Sono evidentemente insufficienti a garantire la salute, la dignità e il decoro dei richiedenti asilo e della città – prosegue la rete – se, come intervento di emergenza , ha avuto la sua funzione, da tempo sosteniamo che Siena necessita di bagni, spogliatoi e docce pubbliche, ospitando ogni anno 2.000.000 di turisti e circa 170 migranti . Questi turisti spesso non soggiornano dentro le mura e necessitano di lavarsi, a volte cambiarsi, e usare i bagni. I fasciatoi per bambini sono inesistenti. Le lamentele sono molte, da anni, anche perché gli esercenti vengono così costretti a supplire il necessario. Va bene anche a pagamento, purchè indigenti e senza tetto vi possano accedere con gettoni pre-forniti”.

“I dormitori Caritas non sono residenze, servono per contenere le emergenze. Ma cessano di sostenerle se sono costantemente pieni – si puntualizza – inoltre non ci sono spazi per cibo, abiti, articoli di igiene necessari ai lungo-residenti che si trovano a dover ammassare le loro cose. Il cibo è una necessità primaria. È possibile che nelle mense scolastiche, comunali, ospedaliere non ci sia eccedenza da non sprecare? Le necessità primarie di chi è su un territorio sono responsabilità istituzionali. Non possono essere scaricate interamente sul volontariato non governativo. La solidarietà e la redistribuzione delle risorse sono principi di civiltà prima che di carità”.

“Se la Prefettura non è in grado di prendere velocemente in carico l’ex scuola di Montalbuccio e utilizzarla per le necessità locali, che la riconferisca al Comune che la usi per solidarietà – tuona Si-Solidal – In questo caso ci auguriamo che si risolva a fornire soccorso alle persone straniere indigenti accoglienza nei CAS, dove ci sono molti posti liberi per effetto delle revoche. Mentre alcune istituzioni si attrezzano per il passaggio da emergenza a fenomeno da gestire in continuità, come Unisi, Unistrasi, Licei e Presìdi educativi, affiancati da volontariato non governativo importante religioso e laico, non è spiegabile il ritardo crudele di altre istituzioni responsabili dello stato di chi insiste sul proprio territorio. Dare soccorso è un obbligo legale e morale. Nulla può assolvere da questa responsabilità. Nonostante il tavolo di coordinamento istituzionale sia un passo apprezzato ed importante, adesso è il momento di velocizzare il passaggio da misure di emergenza a governo di una componente strutturale ormai nota” è la chiosa.



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