Restituire alla parola compassione il suo significato autentico, quello originario di cum patior, “soffrire insieme”, ovvero riconoscere la fragilità, farsene carico e trasformarla in incontro. Con questo spirito, venerdì 24 ottobre a Torrenieri si è svolto il pomeriggio inclusivo “Prendi la mia mano”, promosso dalla LaAV e dalla Misericordia del paese, insieme agli ospiti diversamente abili del Centro “Poderuccio” di Buonconvento.
L’iniziativa, pensata come occasione di aggregazione e sensibilizzazione, ha visto una partecipazione calorosa e sincera. Ad accogliere i cinque ospiti del Poderuccio c’erano molti cittadini di Torrenieri che hanno scelto di ricoprire il ruolo di tutor, restando al fianco degli invitati per tutta la durata dell’incontro. A loro si è aggiunto un sesto partecipante, accompagnato dalla propria famiglia, che ha voluto condividere questo momento di socialità e ascolto.

Il pomeriggio si è svolto nella sala della Misericordia, dove le lettrici volontarie della LaAV si sono alternate con letture ad alta voce di racconti brevi, creando un clima raccolto e partecipe. Emozionante l’atmosfera del primo momento di accoglienza, quando tutors e ospiti si sono affiancati in silenzio, dando concretezza all’idea di vicinanza e presenza sentita.
A rendere l’evento ancora più significativo è stata la presenza di due classi della scuola primaria di Torrenieri, la terza e la quinta, accompagnate dalle insegnanti. Un gesto che testimonia l’impegno educativo verso i più piccoli e la volontà di coltivare consapevolezza e sensibilità sin dai primi anni di formazione.
Dopo le letture, spazio alla convivialità con una merenda offerta da UniCoop Firenze, Pro Loco di Torrenieri e dalle “Nonne” del paese, storicamente attive nelle iniziative comunitarie. L’appuntamento si è svolto con il patrocinio del Comune di Montalcino, presente con l’assessore alle politiche sociali, e il supporto del Comune di Buonconvento e delle associazioni locali — Misericordia, Pro Loco e Polisportiva Torrenieri.
Un ringraziamento è stato rivolto agli organizzatori, ai tutors, alla scuola e ai cittadini che hanno scelto di partecipare. “Prendi la mia mano” ha così incarnato il senso più autentico di comunità: la capacità di riconoscersi, sostenersi e camminare insieme.
