Morte David Rossi, il fratello Ranieri: "Quel taglio sulla mano? Si è aggrappato ai fili antipiccione per non cadere. La Procura riapra per omicidio"

Dopo la perizia che ha escluso il suicidio, Ranieri Rossi chiede ora che la Procura di Siena riapra il fascicolo per omicidio

Di Simona Sassetti | 11 Dicembre 2025 alle 16:30

Un dettaglio rimasto nell’ombra che, secondo Ranieri Rossi, fratello di David, evidenzia ancora meglio la lettura della scena: un taglio netto sulla mano, mai davvero analizzato, che sarebbe compatibile con il tentativo disperato di aggrapparsi ai fili antipiccione posti sulla finestra dell’ufficio MPS da cui precipitò.

“David ha un taglio nella mano, evidente. Può essere dovuto solo al fatto che ha preso i fili antipiccione perché non voleva cascare di sotto –  spiega Ranieri ai nostri microfoni-. È un dettaglio che prima o poi dovrà essere integrato nel lavoro dei periti, perché racconta cosa stava realmente accadendo in quegli istanti”.

Dopo la perizia della Commissione parlamentare che ha escluso il suicidio aprendo la pista dell’omicidio, Ranieri Rossi parla di una svolta attesa da anni: “Ora si parla non solo di percosse, ma di un uomo tenuto fuori dalla finestra. Appeso. Con lesioni che lo dimostrano. Non tutte, certo: altre sono da colluttazione. Io sono dieci anni che lo dico – afferma (qui il retroscena svelato ai microfoni di Siena Tv nel 2017) -. La dinamica è chiara da sempre”.

Per il fratello di David, la ricostruzione emersa dalla perizia chiude definitivamente la porta all’ipotesi del gesto volontario: “Non era difficile capire da cosa partire. Dal corpo. Non dal fatto che il giorno prima fosse depresso. Ci sono segni evidenti: percosse, fratture, lesioni incompatibili con la precipita­zione. La prima Commissione già aveva detto che era stato picchiato dentro il Monte dei Paschi. Mi sono sempre chiesto perché la Procura non abbia fatto nulla. Adesso sono sicuro che arriveremo alla verità”.

E su ciò che deve accadere ora, è categorico: “Aspettiamo che la Commissione trasmetta tutto alla Procura di Siena. La magistratura non può muoversi sulla base delle trasmissioni televisive: serve la relazione ufficiale. Ma una volta ricevuta, non avranno alternative. Come ha detto il presidente Vinci, dovranno riaprire il caso per omicidio. Dopo dodici anni, sarebbe anche ora”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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