Morte David Rossi, il tenente colonnello dei Ris Gregori: "Quando è caduto, qualcuno lo teneva per il polso sinistro"

La ricostruzione tecnica della Commissione ribalta la versione del suicidio: i test mostrano che l’orologio può rompersi solo se il polso viene afferrato con forza da due mani.

Di Simona Sassetti | 9 Dicembre 2025 alle 13:45

“Quando David Rossi è caduto, qualcuno lo teneva per il polso sinistro”. Il tenente colonnello dei Ris Adolfo Gregori, consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta bis, lo ripete più volte. E lo fa dopo aver mostrato  video e foto dei test condotti ricostruendo la scena con una finestra identica, un manichino del peso di Rossi e due persone che lo sorreggono per le braccia e la stessa tipologia d’orologio.

Dopo le parole del presidente Gianluca Vinci rilasciate questa mattina ai nostri microfoni: “la pista è l’omicidio: Rossi è stato appeso fuori dalla finestra” ,  l’audizione dei periti spiegherebbe cosa è accaduto.

“Quando Rossi è precipitato qualcuno lo teneva per il polso sinistro- ribadisce Gregori -. Solo così si spiegano le lesioni e il distacco completo dell’orologio”.

Gregori mostra le foto della scientifica, le ristampa al millimetro, riportandole alle dimensioni reali del polso di Rossi. Poi appoggia sulle stampe la cassa vera dell’orologio. La combaciatura, racconta, è “perfetta”: le due “corna” metalliche dove si agganciano le anse corrispondono esattamente a due delle lesioni. Non solo: i segni non sono nella posizione “normale” in cui si porta un orologio, ma più avanti, verso il palmo, come se la cassa fosse stata spinta e fatta ruotare sotto pressione. Secondo Gregori, questo quadro è compatibile non con un urto casuale, ma con azioni ripetute, una serie di compressioni e microspostamenti della cassa sull’osso del polso.

Poi per capire se e come quell’orologio potesse rompersi davvero in quel modo, i periti ricostruiscono il contesto fisico. Viene rifatto il davanzale con una stampante 3D, in materiale plastico rinforzato. La barra metallica anticaduta è quella originale, smontata a Siena e fissata sul modello. Viene riprodotto anche il perno centrale per le persiane, al centro del davanzale, attorno al quale in passato si era ipotizzato un aggancio accidentale del cinturino. Poi entra in scena il manichino da crash test per moto, del peso di 77 chili, molto vicino ai circa 70 di Rossi. Sul polso sinistro viene allacciato un orologio identico con cinturino identico.

“Se una persona o due persone si limitano a trattenere il corpo appeso dalle braccia, non si riesce a staccare l’orologio – spiega Gregori – . Non siamo mai riusciti a farlo staccare nemmeno da un lato”. A un certo punto, però, cambiano modalità: una delle persone abbranca il polso sinistro con due mani, usando di fatto l’orologio come punto di presa. Gregori lo mostra anche fisicamente in aula, prendendo un orologio e mimando la presa:

“L’afferramento è questo: due mani sul polso, i pollici che spingono sulla cassa. Oppure le dita che si aggrappano proprio all’orologio – sottolinea-. L’orologio diventa una presa, un appiglio più sicuro della pelle”.

È in queste condizioni, spiega, che nelle prove avviene il distacco preciso dell’orologio: “Con il polso sinistro afferrato con due mani – spiega – , nel tentativo di trattenere o tirare su il corpo, in quattro test su 23 abbiamo ottenuto il distacco completo della cassa dal cinturino, da entrambe le anse. Esattamente come avvenuto per l’orologio di Rossi”.

Da qui la conclusione ad una domanda diretta dell’onorevole Rizzetto su cosa si possa dedurre da tutte queste prove.  “Il dato certo è che, per staccare la cassa dell’orologio e provocare quel tipo di lesioni, il polso deve essere stato afferrato con due mani e l’orologio tirato – afferma Gregori – . Quando David Rossi è caduto, cioè ha perso la presa o comunque è precipitato, qualcuno lo teneva per il polso sinistro appeso al balcone. Altrimenti non sarebbe caduto così e l’orologio non si sarebbe rotto in quel modo”.

Non entra intenzionalmente nel terreno delle intenzioni – se quella presa sia stata poi “mollata” volontariamente o se sia stata solo la rottura dell’orologio a far precipitare Rossi – ma il punto fermo che offre alla Commissione è chiaro: fuori da quella finestra, prima della caduta, David Rossi non era solo. Qualcuno lo sorreggeva. E lo teneva proprio dove oggi parlano l’orologio e le ferite: per il polso sinistro. 

A intervenire dopo Gregori è il medico legale Robbi Manghi, che si concentra  sulla frattura del capitello radiale sinistro, cioè una piccola struttura interna del gomito.  “Non parliamo in questo momento del polso, ma del capitello radiale sinistro,- spiega-. ma l’urto principale è sul lato destro del corpo”. In medicina, spiega il perito:  “la frattura del capitello radiale deriva però da due possibili meccanismi. La persona cade, appoggia il palmo e la forza si scarica sul gomito – sottolinea-. Basterebbe cadere da un vogatore, da un materasso o dal primo gradino di una scala per provocarla. Oppure un meccanismo diretto, un’azione violenta sul gomito dovuta a forze di compressione, tipiche degli sport da contatto o di situazioni di aggressione. Succede spesso negli sport da contatto, nelle arti marziali, ma anche nelle aggressioni: chi ti afferra e chi tenta di liberarsi crea questa frattura”. Su David Rossi, la caduta da 14 metri non ha alcuna coerenza: “Pensare che sia compatibile con una caduta di 14 metri è impossibile – spiega -. A quella altezza non avremmo una “piccola frattura”, ma un gomito completamente distrutto. Usiamo il criterio di esclusività: la lesione deve essere spiegata solo da un meccanismo compatibile. La frattura del capitello radiale da caduta ha un andamento laterale. Quella di Rossi è interna: è segno di pressione e trazione esercitate da un’altra persona mentre lui si divincolava”.

La frattura del gomito è compatibile quindi con trazione e torsione del braccio sinistro mentre David era trattenuto fuori dalla finestra. Gregori lo conferma: “La frattura del capitello radiale l’abbiamo attribuita alla trazione e torsione dovute al fatto che David Rossi era preso per il braccio. Perde l’appiglio con il destro, il corpo scende, si piega sul lato destro e il gomito sinistro subisce una trazione tale da generare questa frattura”. 

Il tenente colonnello Adolfo Gregori presenta infine la conclusione ufficiale della perizia, punto per punto, che riportiamo integralmente:

“L’orologio Sector Expander si è tolto dal braccio quando il corpo era ancora all’altezza della finestra. La cassa e il cinturino sono precipitati separatamente, ma insieme al corpo di David Rossi. La cassa arriva a terra nello stesso istante in cui i piedi di Rossi impattano con il selciato. Una frazione di secondo dopo si vede un oggetto scuro ancora in caduta, riconducibile con alta probabilità al cinturino. Il distacco contemporaneo del cinturino dai due lati della cassa, con probabilità non inferiore al 94%, è stato causato da un’azione di afferramento con due mani del polso e dell’orologio, seguita da una forte trazione verso l’alto nel tentativo di trattenere il corpo appeso. L’afferramento del polso e dell’orologio ha generato una forte pressione sulla cassa, che oltre a provocarne il distacco, ha lasciato sul polso l’impronta delle due anse e della fibbia. David Rossi, in posizione frontale alla finestra, era sospeso nel vuoto trattenuto per il braccio sinistro da una persona che lo afferrava con le due mani. Probabilmente pochi secondi prima di precipitare ha perso la presa dal braccio destro, provocando una rotazione verso il basso tale da creare forti compressioni e trazioni sul gomito sinistro, all’origine della frattura del capitello radiale”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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