L’avvocato Lorenzo Gollin: “Non c’era motivo di non soccorrerlo. Se avesse avuto il sospetto si sarebbe fermato”
E’ trascorso quasi un mese da quel maledetto 28 dicembre 2018, quando il camion bianco MAN di Marco Bedana, ambulante di Solesino (Padova), investì il giovane Arturo Pratelli lungo la strada provinciale 73.
Dopo il fermo e la revoca dei domiciliari, concessa dal magistrato su richiesta dei legali (lo scorso 8 gennaio), l’imputato ha adesso l’obbligo di dimora nel Comune di Solesino. Questa mattina, abbiamo contattato lo studio legale che cura la difesa del Bedana, lo studio Gollin-Sedea, e proprio con l’avvocato Lorenzo Gollin abbiamo ricostruito la vicenda.
“Novità non ce ne sono – ci dice l’avvocato Gollin – stiamo attendendo che il Tribunale del riesame fissi l’udienza per la misura cautelare. La Procura non ha emesso altri atti. Il signor Bedana, dopo la revoca dei domiciliari ha solo l’obbligo di dimora nel Comune di Solesino, ma noi riteniamo che non ci siano gli estremi nemmeno per questa misura e abbiamo quindi chiesto che sia tolto anche questo provvedimento”.
Nessuna novità per quanto riguarda invece la prima udienza: “Non ci sono ancora i documenti necessari per far partire il processo”, spiega.
Si è parlato molto delle responsabilità e delle colpe del suo assistito e per molti il signor Bedana è solo un pirata della strada: “ Il mio assistito non si è accorto di aver colpito un ragazzo – precisa l’avvocato – lui non è fuggito, né tantomeno non ha prestato soccorso. Tant’è che si è fermato a dormire a pochissimi chilometri; se uno fugge, fugge a casa, non a poche decine di metri da luogo dell’accaduto”.
Non sarà facile, in ogni caso, dimenticare quella tragica serata: “Bedana non si perdonerà mai questo fatto, è morto un ragazzo e questa è una tragedia – tiene a precisare il legale. In ambito giuridico però, se si vuole sostenere che sia fuggito, si deve dimostrare. La fuga non era nella volontà del mio assistito, tutto questo ridimensiona l’intera vicenda. La pubblica accusa la vedrà come vuole, ma secondo noi è successo un incidente, un incidente come ne accadono molti, purtroppo concluso con una tragedia. Ma non è niente di più di questo, l’intera vicenda va rivista, senza addossare responsabilità che non ci sono. Bedana risponderà nei limiti di quel che è corretto, in questo caso non è corretto accusarlo di essere fuggito. Si è allontanato dal luogo e questo è vero, ma ognuno di noi dovrebbe ragionare nelle vesti del mio assistito. Ha semplicemente creduto di aver urtato un cartello e ha pensato di non fermarsi in una strada buia e trafficata per raccogliere i rottami di uno specchietto.
Marco Bedana è una persona normale, che ha sempre fatto il suo lavoro. Un venditore di frutta che partiva da Solesino e restava tre giorni nel senese per vendere frutta porta a porta, ricavando l’indispensabile per vivere – ci racconta l’avvocato Lorenzo Gollin. Se avesse avuto soltanto il sospetto di aver colpito un ragazzo si sarebbe fermato, perché non c’era motivo di non soccorrerlo. Il giorno seguente ha proseguito la sua attività, sempre in zona, con il rischio di essere fermato dai Carabinieri, questo dimostra che lui era tranquillo. Purtroppo però, ha colpito un ragazzo che lui non aveva visto”.
Andrea Mari