Nuovo balzo in avanti dell’offerta di scambio del Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca. Dopo lo scatto in avanti registrato subito dopo ferragosto, le adesioni all’ops del Monte, dopo alcuni giorni di stallo, hanno registrato una forte accelerazione, con la consegna di quasi 63,5 milioni di azioni, pari a circa il 7,62% del capitale, portando il totale delle adesioni dal 19,44% al 27,06%.
Non vi sono conferme ufficiali su chi abbia consegnato questo consistente pacchetto di titoli, che si aggiunge al 19% apportato da Delfin. Sul mercato gli occhi sono però tutti puntati sul gruppo Caltagirone che si è limitato a un “no comment”. Da un lato, forte di quasi il 10% del capitale di Mediobanca, si tratta dell’unico azionista in grado di dare da solo una scossa così importante alle adesioni. Dall’altro, al pari di Delfin, il gruppo romano ha convintamente sostenuto, da azionista di Mps, la scalata a Mediobanca, contrastando con ancora maggiore fermezza il tentativo dell’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, di farsi scudo con Banca Generali.
L’accelerazione arriva in un momento di forte attenzione sul Monte, che all’inizio della prossima settimana dovrebbe riunire il cda per decidere se aggiungere una componente cash alla sua offerta, che viaggia a sconto del 3% rispetto ai corsi di Borsa di Mediobanca. Un ‘gap’ che per essere richiuso richiede, dopo l’ultima seduta di borsa, un rilancio quantificato in 525 milioni di euro. Improbabile che in una fase fluida come l’attuale possano essersi mossi investitori istituzionali e grandi fondi come pure non sembrerebbero aver consegnato le Casse di previdenza (5%) o i Benetton (2%).
In ogni caso la soglia minima del 35% a cui Siena ha subordinato l’efficacia dell’offerta appare a portata di mano. Tuttavia un rilancio avrebbe l’effetto di incentivare le adesioni da parte del mercato, permettendo a Lovaglio di scavallare la soglia del 50% che garantisce il controllo di diritto di Mediobanca.