Mps, Scaramelli: "Le sentenze si rispettano, ma la responsabilità è di tutti, nessuno escluso"

Il vicepresidente del consiglio regionale commenta la sentenza d'Appello che ha assolto i vertici Mps indagati nel processo sui derivati

Di Redazione | 11 Maggio 2022 alle 21:00

Mps, Scaramelli: "Le sentenze si rispettano, ma la responsabilità è di tutti, nessuno escluso"

A pochi giorni della sentenza di assoluzione da parte della corte di appello di Milano per Mussari e Vigni e gli altri vertici del Monte dei Paschi, il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Scaramelli si sofferma sulla storia e sulle vicende politiche che hanno legato la politica alla banca senese.

Scaramelli, oggi Italia Viva, all’epoca dei fatti era tra le fila del Pd in quanto sindaco neo eletto a Chiusi. Oggi non rinnega il passato ma ricorda una sua opposizione interna ai dem sul capitolo della Fondazione Monte dei Paschi maggior azionista a tutti i costi.

“Le sentenze come tali si rispettano, difficile commentare. Si commentano i fatti della storia, quello che è accaduto negli anni 2010, 2011, 2012, anni difficili in cui tutti i soggetti politici che governavano la città, le istituzioni, ma anche chi in quel momento faceva un’apparente opposizione hanno una grave responsabilità, lo abbiamo ricordato più volte. Io in quel momento facevo parte del gruppo dirigente del Partito Democratico in quanto sindaco neoeletto, ma ebbi il coraggio di dissentire, all’interno del mio partito, circa l’inopportunità che la Fondazione inseguisse il controllo della Banca, il 51% era impossibile da sostenere. Ebbi modo di esprimere la mia opinione in una riunione che avvenne nel dicembre del 2011 al cospetto del gruppo dirigente, ma mi trovai da solo su questo posizionamento, mentre tanti altri sindaci assecondavano questa operazione. Era un momento difficile, lo comprendo, ma era irrazionale, ieri come oggi, pensare che una banca potesse essere controllata dal 51%, quando andava a fare una fusione con un aumento di capitale e non con uno scambio azionario, mantenere la percentuale voleva dire per la Fondazione indebitarsi, voleva dire esporre tutto il proprio patrimonio in un’unica operazione finanziaria, che non poteva essere remunerata. Forse allora ero troppo poco influente all’interno del mio partito, molto giovane, non avevo la forza di incidere nelle decisioni collegiali, ma va ricordato che anche chi oggi governa la città, o apparentemente è dietro al governo della città, ha delle oggettive responsabilità. Oggi molte di quelle persone che rinnegano quell’esperienza hanno cambiato casacca, ma governano ancora la città”.

E dalle vicende del passato un monito per il presente e per il futuro, per la politica e per il Monte dei Paschi.

“Credo che quella storia insegni che un gruppo dirigente ha bisogno di qualità, ha bisogno di essere rappresentativo del proprio territorio e oggi, come allora, forse dobbiamo avere il coraggio di affrontare questo tema che vede una banca che è ancora presente sul territorio in grave difficoltà, ma che deve essere sostenuta, magari adottando delle decisioni che potrebbero consentire alla banca stessa di avere ancora altri 700 anni di storia”.



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