È un cantiere già ben avviato, ma oggi è diventato anche simbolo di una nuova stagione per la sanità toscana. A Rapolano Terme, la Casa della Comunità prende forma non solo come struttura fisica, ma come paradigma di una rete assistenziale integrata e diffusa. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini, il direttore di Zona Distretto Senese dell’Azienda USL Toscana Sud Est e direttore della Società della Salute SeneseLorenzo Baragatti e i sindaci dei territori coinvolti hanno visitato l’area destinata al nuovo presidio sanitario territoriale.
“Sostanzialmente è il punto di partenza dei lavori, anche se in realtà questi sono già partiti – ha spiegato Eugenio Giani – e il progetto si sta presentando molto bene. La Casa di Comunità di Rapolano fa parte delle 77 strutture che stiamo ristrutturando o costruendo da zero in Toscana: rappresentano la vera rivoluzione della nostra sanità territoriale. Anche in luoghi dove non c’è un ospedale, come Rapolano, avremo presìdi completi, capaci di dare risposte che vanno dall’emergenza agli ambulatori, dalla diagnostica di base alla relazione diretta con il cittadino. Un luogo dove anche chi non ha più un medico di famiglia di riferimento, perché oggi arrivano ad avere anche 1.850 pazienti, può trovare chi lo sostituisce”.
Il nuovo centro, una struttura ex novo, si pone al servizio non solo di Rapolano, ma di un bacino complessivo di circa 20.000 utenti tra città e territori limitrofi. Una risposta concreta – finanziata anche con fondi del PNRR – alla crescente domanda di prossimità, efficacia e integrazione tra medicina generale, infermieristica e servizi sociali.
“Quella alle nostre spalle è una struttura di assoluta rilevanza – ha sottolineato Lorenzo Baragatti, direttore di Zona Distretto Senese dell’Azienda USL Toscana Sud Est e direttore della Società della Salute Senese –. A differenza di altri interventi che riguardano ristrutturazioni, qui si tratta di una costruzione totalmente nuova. Sarà un punto di riferimento per circa ventimila utenti”.
Il modello toscano delle Case di Comunità prevede infatti una rete capillare che valorizza la presa in carico integrata del paziente, soprattutto nei territori più decentrati. In questi presìdi lavoreranno insieme medici di medicina generale, infermieri di comunità, specialisti e personale amministrativo.
“Con questo e altri interventi in corso nella provincia di Siena – ha spiegato l’assessore regionale Simone Bezzini – andiamo a potenziare l’assistenza territoriale. Le strutture permetteranno un lavoro sinergico tra i vari professionisti: medici di famiglia, infermieri, specialistiche, amministrativi CUP. Così si garantisce una presa in carico continua, integrata, e un accompagnamento efficace dei pazienti nei percorsi di cura e prenotazione. È un passo avanti importantissimo. I lavori, salvo imprevisti, si concluderanno nei primi mesi del 2026, per poi aprire ai nuovi servizi”.
Soddisfazione anche da parte del sindaco di Rapolano Terme, che ha sottolineato l’importanza della visione strategica alla base del progetto: “Essere qui oggi significa vedere concretizzarsi una visione precisa della Regione: offrire servizi sociosanitari di qualità, accessibili, e su tutto il territorio – ha spiegato Alessandro Starnini– . Questa struttura sarà punto di riferimento non solo per Rapolano ma per un’area più ampia. Non solo medicina generale, ma integrazione con le attività del volontariato, della Misericordia e dei servizi già presenti. È un modello che scommette sulla qualità della vita per tutti, oggi e in futuro”.