Natale a Siena: forchette pronte e portafogli che tremano

Tra luci che scaldano il cuore, tavole che non finiscono mai e conti che si perdonano

Di Simona Sassetti | 22 Dicembre 2025 alle 10:30

Natale a Siena: forchette pronte e portafogli che tremano

A Natale Siena cambia ritmo. Le strade si illuminano, Piazza del Campo diventa ancora più teatrale del solito e l’aria profuma di festa, vino rosso e piatti che richiedono tempo, pazienza e amore. Qui il Natale non si consuma di corsa: si assapora, lentamente, possibilmente seduti a tavola per ore. E allora la domanda sorge spontanea, tra un brindisi e l’altro: quanto costa davvero il Natale a Siena?

Si comincia il 24 dicembre, con la cena della Vigilia. I ristoranti che hanno ancora dei posti liberi non sono tantissimi e i tavoli vanno via come panforte caldo. Il menu è curato, tradizionale, con tanta sostanza. Il conto? In media tra i 40 e i 60 euro a persona. Un prezzo che si accetta bene, anche perché è l’antipasto delle feste.

Poi arriva lui, il 25 dicembre, il giorno in cui Siena si siede e non si rialza più. Il pranzo di Natale è una cosa seria. Qui il menu fisso è la regola e il portafoglio deve essere preparato psicologicamente. Si spendono in media tra i 45 e i 65 euro a persona, con qualche variazione a seconda di vino e location. Chi vuole togliersi ogni pensiero sceglie l’hotel con pranzo incluso: dormi, mangi, brindisi e poi giro in città. In questo caso il costo sale tra i 120 e i 170 euro a persona per due notti con il pranzo del 25 compreso.

E quando pensi che sia finita, arriva il 26 dicembre. Santo Stefano, il giorno del “mangiamo qualcosa di leggero”… che a Siena significa comunque sedersi a tavola. L’atmosfera è più rilassata, i menu meno solenni, i sorrisi più larghi. I prezzi scendono un po’ e si torna su cifre più morbide: dai 30 ai 50 euro a persona, perfetti per chiudere le feste con dignità (e con un ultimo brindisi).

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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