Natascia Maesi (Arcigay): “Vietare l’educazione affettiva è una violenza culturale. Il DDL Valditara riporta la scuola indietro di decenni”

A San Quirico d’Orcia il laboratorio con la presidente nazionale di Arcigay Natascia Maesi. “Senza educazione affettiva, lasciamo i giovani soli davanti alla violenza e alla disinformazione”

Di Lorenzo Agnelli | 20 Ottobre 2025 alle 15:30

Una mattinata intensa e partecipata quella di “Orientarsi alle differenze”, il laboratorio interattivo ospitato a San Quirico d’Orcia e dedicato alla conoscenza del mondo LGBTQIA+.
Un incontro per imparare a riconoscere stereotipi, pregiudizi e discriminazioni, ma anche per promuovere un linguaggio dell’inclusione e della consapevolezza. A condurlo, Natascia Maesi, presidente nazionale di Arcigay, che ha sottolineato l’importanza della formazione come strumento per superare la distanza che nasce dall’ignoranza.
“Molti pregiudizi nascono dal non conoscere le vite delle persone LGBTQIA+ – ha detto Maesi -. Questa formazione serve a fornire strumenti per capire e accogliere, per costruire comunità più inclusive. È una giornata importante per tutte le amministrazioni della Rete RE.A.DY., che si impegnano concretamente contro ogni discriminazione”.

Maesi ha anche affrontato uno dei temi più controversi del momento: la soppressione dell’educazione sessuale e affettiva dalle scuole, contenuta nel nuovo emendamento al DDL Valditara sostenuto dalla Lega.
“Parlare di teoria gender è una bufala, una fake news. Si tenta di spaventare l’opinione pubblica con argomenti inventati per dividere, quando invece si tratta di battaglie di civiltà – ha spiegato la presidente di Arcigay -. L’educazione affettiva e sessuale è fondamentale per prevenire la violenza di genere, la discriminazione, l’omofobia, la transfobia. E invece oggi il Governo sceglie di vietarne l’insegnamento anche alle scuole medie, negando ai ragazzi un diritto educativo”.

L’emendamento in discussione estende infatti il divieto di introdurre programmi di educazione sessuale e affettiva anche alle scuole secondarie di primo grado, mentre per le superiori viene previsto il consenso informato dei genitori. Una misura che, secondo Maesi, non risponde ai bisogni reali delle nuove generazioni.
Le nuove generazioni chiedono di poter parlare di identità, di corpo, di rispetto. Sempre più giovani si definiscono non binari, hanno amici gay, lesbiche, transgender, e per loro non è un problema. Lo diventa se a scuola questi temi vengono censurati. Così l’educazione sessuale la fanno su PornHub, senza filtri né strumenti critici”.

Una critica forte, che va oltre il dibattito politico e tocca la quotidianità dei ragazzi.
In un Paese dove – come ricordato da Maesi – solo sei persone su dieci utilizzano il preservativo, l’educazione sessuale e affettiva rappresenta anche una forma di prevenzione sanitaria e sociale, un presidio culturale contro la violenza patriarcale e il bullismo omo-bi-transfobico.
Orientarsi alle differenze – ha concluso Maesi – significa imparare a guardare l’altro non come un nemico, ma come parte della stessa umanità”.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



Articoli correlati