Nel 2024 cinque morti sul lavoro in provincia di Siena

Il territorio è al 38esimo posto nella graduatoria elaborata in base all'indice di incidenza, terzo in Toscana dietro Grosseto e Firenze

Di Redazione | 6 Febbraio 2025 alle 11:00

Secondo i dati Inail in Italia, tra gennaio e dicembre del 2024 le denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) presentate sono state 414.853, in diminuzione dell’1,9% rispetto alle 422.880 dello stesso periodo del 2023, del 24,2% rispetto al 2022, del 4,6% rispetto al 2021, dell’11,5% sul 2020 e del 10,2% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. Salgono però i morti: 797, sette in più rispetto alle 790 registrati nel pari periodo del 2023, 10 in più rispetto al 2022 e 18 in più sul 2019, 176 in meno sul 2021 e 256 in meno sul 2020.

Stando ai numeri elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, la provincia di Siena, con 5 eventi registrati nel 2024 su una popolazione lavorativa di poco oltre i 118mila occupati, è al 38esimo posto nella classifica dei casi di morte sul lavoro ordinati per incidenza degli infortuni mortali, rilevata al 42,3. Grosseto è la città toscana con la maggiore incidenza, seguita da Firenze e da Siena.

I numeri italiani

Gli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (al netto degli studenti), denunciati all’Inail entro il mese di dicembre 2024 sono stati 96.835, in aumento del 5,0% rispetto ai 92.261 del 2023, del 10,0% sul 2022, del 22,7% sul 2021, del 57,6% sul 2020, e in diminuzione dell’1,7% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica.

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel 2024 sono state 88.499, 15.745 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+21,6%). L’aumento è del 45,6% sul 2022, del 60,1% sul 2021, del 96,6% sul 2020, del 44,3% sul 2019.

Sempre secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, a finire in zona rossa a fine dicembre 2024, con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 34,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In zona arancione: Molise, Calabria, Emilia-Romagna e Puglia. In zona gialla: Abruzzo, Liguria, Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. In zona bianca: Veneto e Marche.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a dicembre 2024 sono 176 su un totale di 805, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere più che doppio rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 74,2 morti ogni milione di occupati, contro i 29,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. Alla fine di dicembre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 156. Seguito da Trasporti e Magazzinaggio (111), dalle Attività Manifatturiere (101) e dal Commercio (58).

“Il calo degli incidenti sembra rassicurante – commenta a Buongiorno Siena Daniela Spiganti, segretaria confederale Cgil Siena – ma aumentano i decessi, è un dato preoccupante. Sono oltre tre morti al giorno, bisogna trovare delle soluzioni. Il 19 ricorre un anno dalle 5 morti degli operai dell’Esselunga a Firenze. Serve la modifica del codice degli appalti, per impedire il subappalto a cascato che rende meno sicuro il lavoro. Il profitto non deve andare oltre la salute dei lavoratori. Poi imporre a chi ha denunce di infortuni sul lavoro di interrompere l’attività, perchè con una multa o un richiamo va avanti, la produzione deve riprendere solo se sicura, vanno aumentati i controlli e c’è da fare formazione vera”.

“Aumentano inoltre la malattie professionali perchè la popolazione è sempre più grande e si fa fatica a lavorare, il fisico ne risente, è grave anche il dato degli infortuni in itinere” conclude.



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