La sicurezza sul lavoro in mostra. ‘Non numeri ma persone – Parole e immagini di chi perde la vita sul lavoro’, nell’auditorium della Cassa Edile di Siena, viale Franci 18, a cura ‘Associazione nazionale Ruggero Toffolutti contro le morti sul lavoro’, dal 9 settembre, in contemporanea alle Settimana della Sicurezza, atto finale del Forum ‘Safety meets Culture’.
Oltre quaranta fotografie che ritraggono uomini e donne vittime di infortuni nei momenti sereni della vita, anche in compagnia di familiari. Sono immagini gioiose, testimonianze di vite spezzate da tragedie sul lavoro. «La mostra è stata sollecitata dalla consapevolezza di divulgare la cultura della sicurezza, priorità assoluta della Scuola Edile e della Cassa Edile – dice il presidente Giannetto Marchettini – a tutti i livelli: dalle imprese alle istituzioni, dal singolo cittadino al sindacato. ‘Non numeri ma persone’, per l’impatto del messaggio visivo, è un efficace veicolo di promozione».
L’Associazione Toffolutti nasce dopo la morte di Ruggero Toffolutti, giovane operaio ucciso da un ingranaggio alla Magona di Piombino, oggi Arcelor Mittal. «Da allora mio marito e io ci siamo impegnati fortemente per costituire questa Associazione perché nessuno si scordasse quanto accaduto a mio figlio e quanto continua ad accadere a tanti altri lavoratori – dice Valeria Toffolutti Parrini, la mamma di Ruggero -. L’Associazione persegue azioni per la tutela della vita e della sicurezza dei lavoratori, coinvolgendo l’opinione pubblica. Non vogliamo piangerci addosso, ma lasciare fuori la retorica, suscitando empatia e non pietà, per riuscire a sensibilizzare con ogni strumento non violento».
A Siena ‘Non numeri ma persone’, nata nel 2009 con il patrocinio della Regione Toscana, altri partner, arriva dopo essere stata accolta in altre 83 sedi in tutta Italia. Nel tempo si sono aggiunte altre immagini. «Abbiamo voluto concludere ‘Safety meet Culture’ con questa mostra che recepisce il messaggio del Forum – commenta Alessio Cencioni, ComunicazionePro.com -. Ogni immagine dà un volto alle statistiche dei morti sul lavoro e per lavoro, descrive speranze e passioni. Un microscopico spaccato di una realtà impossibile che emerge nella sua completezza e nella sua drammaticità».
«Qualcuno l’ha definita ‘un pugno nello stomaco’. È ciò che voleva essere», conclude Valeria Toffolutti Parrini.